recensioni dischi
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WATERSHAPE  "Perceptions"
   (2018 )

I Watershape sono un quintetto italiano formato da Nicolò Cantele (voce), Mirko Marchesini (chitarra), Mattia Cingano (basso e chapman stick), Enrico Marchiotto (tastiere e sintetizzatori) e Francesco Tresca (batteria e percussioni), che ha da pochissimo pubblicato “Perceptions”, primo capitolo discografico per la band progressive rock/metal. Le influenze della band sono immediatamente riconoscibili: in primo luogo, Steven Wilson ed i suoi Porcupine Tree e, a cascata, le colonne portanti del genere come King Crimson, Genesis, Opeth e Pain Of Salvation. L’album resta in perenne sospensione fra atmosfere dilatate e vicine al post rock, e fasi più tecniche tra rock classico e metal progressivo, ma la band non dà mai la sensazione di eccedere con l’esercizio di stile, costruendo brani il cui incedere appare sempre estremamente naturale e che, in più di un passaggio, regala anche momenti impegnativi sotto il profilo emotivo. “Perceptions” include nove tracce e completa il suo percorso in poco meno di cinquanta minuti, con diversi acuti sparsi qua e là che ne accrescono il valore: dopo un’apertura col botto (“Beyond The Line Of Being”), i Watershape piazzano un pezzo semplicemente delizioso come “The Puppets Gathering” circa a metà dell’opera e, prima di chiudere, c’è tempo per un'altra gemma come “Cosmic Box #9”. Ma sono solo i punti più alti di un debutto coi fiocchi, che non conosce punti deboli e s’inserisce autorevolmente fra le uscite italiane più interessanti per quanto riguarda un genere che, nello Stivale, continua a godere di buona salute, pur lontanissimo dalle luci della ribalta. (Piergiuseppe Lippolis)