recensioni dischi
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SNAP  "The madman's return"
   (1992 )

Il disco a rate. Turbo B e staff si misero a lavorare al secondo album, cosa già anomala in quanto, casi rari come questo a parte, le franchigie dance nascevano e morivano dopo un unico prodotto. C’era voglia di non mostrarsi “one hit wonder”, e con un nuovo disco che cercava di seguire sempre la moda danzereccia più in voga, le cose sembravano andare “pienamente bene a metà”. “The colour of love”, inverno 1991, fece bene ma non benissimo, e in “Madman’s return” non sembrava esserci altro materiale che potesse invadere il globo. Poi, arrivarono i ritardatari, partendo da quella che fu la canzone più sudata del 1992, “Rhythm is a dancer”: ci furono stampe, ristampe, ri-ristampe del disco, mentre della canzone venivano fatte versioni di ogni genere, più o meno extended, più o meno techno. Non pago dell’incredibile successo, il signor Turbo (che se avesse aggiunto anche l’accezione “Diesel” poteva dir di aver preso il nickname da un epico successo disco di Albert One degli eighties) ribaltò una canzone chiamata “Exterminator”, la ribattezzò “Exterminate”, e ne fece il successo dell’inverno 1992. Con, ovviamente, ulteriore ri-ri-ri-ristampa del disco: avessero pensato ad un qualche package per inserire le parti ancora incomplete, all’epoca, poteva nascere la nuova moda del disco a rate. Poi, la band scoppiò. Il signor Turbo passò ad altra sigla dance, tali “Centory”, mentre un altro prodotto a nome Snap, senza la voce inquietante del ragazzone di colore, sarebbe uscito con solo ragazzotte a canticchiar sopra “Welcome to tomorrow”. Ma la moda era cambiata. (Enrico Faggiano)