recensioni dischi
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ALAN SPICY  "Frammenti"
   (2018 )

Nonostante l’ostentata ruvidità in apparenza incline ad una spartana durezza, c’è qualcosa di sottilmente suadente nell’assalto a testa bassa di “Frammenti”, ep di sei tracce che segna il debutto per Marina Stella Label del trio Alan Spicy, originario di Poggio Bustone nel reatino.

Sei episodi spinosi con la chitarra mixata dritta in faccia, sporca e gracchiante in primo piano a sovrastare e sospingere testi crudi e diretti; cattivello e senza fronzoli, “Frammenti” rimane a suo modo naif e sovraesposto per venti minuti tesi ed incalzanti, nobilitati in particolare dalla vibrante amarezza fatalista di “Caronte”, classica alternanza di piano-forte che oscilla fra una strofa attendista ed uno sgolato ritornello feroce e straziato, e dalla sfuggente malinconia di “Franco”, ballata à la Zen Circus con dedica speciale ad un amico che non c’è più. Dall’apertura hard di “Plastica” – con riff à la Dorom Dazed – fino alla chiusura goliardica di “Super Alan” (in realtà una intro, quella che apre i loro live quasi fosse una sigla), “Frammenti” veleggia sfacciato tra buone idee e veemenza compressa: interessante il modo frontale e viscerale di approcciarsi alla materia, probabilmente il marchio di fabbrica dal quale partire per sviluppare un discorso personale e degno di nota. (Manuel Maverna)