SCANNER "Mass observation (expanded)"
(2018 )
Nel 1994 Robin Rimbaud, musicista e compositore inglese, sotto lo pseudonimo Scanner dà vita a “Mass Observation”, che, per dirla con Scaruffi, è un “collage di conversazioni telefoniche”, ma non solo. Nel corso degli anni Novanta, Scanner alternava questo ambient iper comunicativo ad una dance elettronica più o meno battuta. Ma questo primo lavoro ora viene riproposto, in versione integrale nell’uscita per la Touch Label “Mass Observation (expanded)”, appena uscita per la Room40 Records. 53 minuti di “intercettazioni”, ottenute grazie a una ricetrasmittente, che ti fanno chiedere come sia facile rintracciare tutte le nostre conversazioni. E se nel ’94 poteva fare impressione, ora nel 2018 la suggestione assume connotati paranoici. Le voci catturate vengono fatte riverberare, rimbalzare e talvolta sono elaborate al vocoder. Qua e là disturbi radiofonici vanno e vengono, assieme ad acuti sibili. Ad accentuare il senso di disagio, dei suoni elettronici e ferrosi vengono armonizzati in modo esatonale, facendoci immergere in una costante tensione priva di appigli confortanti. Dopo i 40 minuti, c’è una zona che presenta soprattutto note ed armonie, ma le voci in sottofondo tornano ben presto. E nell’ultimo minuto, possiamo ascoltare una conversazione tra due uomini inglesi, che ridono amabilmente. Resta la curiosità di vedere la reazione, se i due tali si imbattessero per caso in Scanner, scoprendo d’essere finiti in questo disco, così come tutti gli altri. E se qui l’uso delle voci catturate ha uno scopo artistico, c’è da chiedersi se qualcuno può compiere quest’operazione per obiettivi meno nobili. Scanner ci rimette così in guardia, e se Bjӧrk campionò parte del suo lavoro per la sua “Possibly maybe”, e Aphex Twin prese spunto dall’idea e registrò anch’egli voci catturate, l’impatto silenzioso di Scanner non può che essere riconosciuto. (Gilberto Ongaro)