recensioni dischi
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THE PAPER KITES  "On the corner where you live"
   (2018 )

Dall’indie australiano arrivano i Paper Kites, band prolifica che per il 2018 ha deciso di dividere in due album le proprie canzoni, e di pubblicarli entrambi. Qui ci focalizziamo sul secondo dei due, l'appena uscito “On the corner where you live”. La titletrack mantiene una sobria allegria, smorzata da tenui arpeggi di chitarra elettrica. In generale l’attitudine è intimistica, le voce maschilie (e femminile in “Mess we made”) canta quasi sottovoce (come in “Flashes”), per lasciar spazio ad un’avvolgente notte di bassi e pad, come in “Give me fire, give me you” o come nell’introspettivo “Deep burn blue”, con un clima da “Every breath you take” dei Police. L’ispirazione viene da un viaggio in treno, come quello udito nell’intro “A gathering on 57th”, seguito da pianoforte e sassofono che suonano a tempo libero. “Midtown waitress” è delicata come “I’m on fire” di Bruce Springsteen, fra batteria che batte sul bordo del rullante e accordi di settima minore. A fine brano siamo lasciati ad un rumore di fondo, come di traffico, dove il sassofono solitario emette poche malinconiche note. “When it hurts you” potrebbe essere una hit ottantiana con videoclip in bianco e nero, col ritornello che si apre a una melodia orecchiabile. Punta di diamante è “Does it ever cross your mind?”, per pianoforte e voce, che assieme tessono una melodia toccante, sopra un solenne e riverente sfondo di fiati. L’emozionalità raggiunge zone affini a quelle di “The Drop” di Peter Gabriel. Emotività poi ancora surriscaldata nella lenta canzone di chiusura “Don’t keep driving”, conclusa da uno sfumato sull’assolo di chitarra, che firma un album che vuole imporsi come futuro classico della musica internazionale. E a giudicare dai numeri, The Paper Kites con la loro sobrietà e il loro approccio interiore, ce la possono fare. (Gilberto Ongaro)