recensioni dischi
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JULIA REIDY  "Beholder"
   (2018 )

Julia Reidy è una chitarrista australiana di stanza a Berlino e ha da pochissimo pubblicato un nuovo album, intitolato “Beholder”, uscito per l'etichetta A Guide To Saints e realizzato col proposito di esplorare tutte le capacità espressive della chitarra, anche suonandola in una maniera meno convenzionale. Il risultato è un album di quattro tracce che si esaurisce in circa quaranta minuti, la cui registrazione è iniziata nell'isola greca di Siro ed è proseguita tra Berlino e Tokyo. Per raggiungere il suo obiettivo, Julia Reidy ha posto, accanto alla sua chitarra acustica a dodici corde, sintetizzatori e field recordings, contribuendo a creare un gioco di attriti che in realtà si traduce in un flusso unico e apparentemente indistinto, capace di suggerire scenari a metà strada tra l'onirico e il meditativo. L'album si apre quasi in medias res con “Imminently”: le corde della chitarra vibrano incessantemente, mentre il sottotesto quasi cinematografico fa il resto. Il brano scivola così per tre minuti, prima che la velocità si abbassi lentamente fino alla fine. La successiva “Syros” si aggrappa al medesimo schema, sebbene il percorso tracciato dalla chitarra sia più ragionato, con qualche stop and go e una lunga e lenta parabola che si traduce in climax e anticlimax. Se i suoni di “Jfai” sembrano farsi improvvisamente più sporchi ed elettrici, la conclusiva “Beholder” scorre, fra increspature e carezze, riavvicinandosi ai due brani precedenti. L'esperimento di Julia Reidy è perfettamente riuscito. Per quanto non sia un lavoro semplice, “Beholder” segna probabilmente l'inizio di una nuova fase artistica per la chitarrista australiana. (Piergiuseppe Lippolis)