recensioni dischi
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?ALOS  "The chaos awakening"
   (2018 )

Oscuri labirinti si celano nella complessa, sfaccettata personalità di Stefania Pedretti, musa rovesciata che da vent’anni plasma incubi pret-a-porter nei suoi multiformi progetti e spiazzanti incarnazioni. Artista ben poco accomodante, ha elaborato e raffinato con perversa efferatezza una sfigurata concezione personale di caos e terrore, modulandone sfumature ed evoluzioni in una spirale di diabolica inquietudine.

Sotto il moniker ?Alos, Stefania pubblica per l’impavida etichetta fiorentina Dio Drone i venti minuti di “A Chaos Awakening”, suite straniante e visionaria in un unico movimento catturata in una live-performance: la sua è opera che travalica l’aspetto strettamente musicale per legarsi di volta in volta all’esperienza visuale ed alla sperimentazione interattiva, giocando sui simbolismi sottesi al suono e sul potenziale evocativo che l’aspetto ritualistico suggerisce.

Devoto a quello spirito avant già mirabilmente espresso nei lavori degli OvO (a fianco del grande e poliedrico Bruno Dorella) e delle Allun, “A Chaos Awakening” si muove sinuoso tra un cupo mugghiare in impercettibile crescendo, vocalizzi sinistri, inserti etnici e disturbi elettrici. Lega la drone-music dei Sunn O))) e gli echi doom degli ultimi Wolves In The Throne Room in una opprimente ed allucinata trenodìa per synth, campane e rumori di fondo, destinata ad un uditorio di mente aperta, disponibile a divenire esso stesso parte della scena. (Manuel Maverna)