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THE NECKS  "Body"
   (2018 )

I Necks sono un trio australiano attivo da poco più di trent’anni e divenuto ormai band di culto in patria e non solo. I Necks sono tornati, un mese fa, a un anno di distanza dall’ultima fatica discografica (“Unfold”) che aveva ottenuto il largo e unanime consenso della stampa di settore. Il nuovo album, intitolato “Body” (appena uscito per Fish Of Milk/ReR Megacorp Records), si presenta come una lunghissima suite che si ferma poco prima dello scoccare del cinquantasettesimo minuto. I generi di riferimento restano il post rock e l’avant-garde jazz, sapientemente mescolati alle pulsioni più sperimentali, all’improvvisazione e a passaggi più ambientali. In apertura la tensione è morbida, con la chitarra a disegnare atmosfere ancora rarefatte diventano quasi impalpabili tra i minuti venti e ventidue, prima di cominciare a correre e a trascinare con sé elementi kraut. Il passo si fa quindi parecchio sostenuto in quello che è il momento più psichedelico della suite, con suoni avvolgenti e ambientazioni colorate. Al termine di un quarto d’ora abbondante costruito su questo schema, il sound torna a farsi minimale e rarefatto, salvo una breve accelerazione a cavallo dei cinquanta minuti. Alla fine, invece, il disco torna a scorrere lentamente, senza sussulti, proponendo un atterraggio morbido che sembra il naturale approdo di una sezione centrale trascorsa su grandi ritmi. I Necks tornano con un altro album di grande spessore, che pur non proponendo nulla di particolarmente innovativo, mostra ancora tutta l’ispirazione e la tecnica del trio. (Piergiuseppe Lippolis)