NOT "Sogni e bisogni"
(2018 )
Note Oltre Tempo non è solo la stringatura nominale dei torinesi NOT ma è anche l’impressione che scaturisce dall’ascolto del loro secondo album, listato con 13 brani+bonus track+traccia nascosta. Direi, che le premesse d’abbondanza non mancano, ma ciò non è indice di garanzia se non corrisponde altrettanta qualità: fondamento che la band si cura di riservare al consumatore di “Sogni e Bisogni” con portate da “nouvelle-music”. All’entrata, i 4 Not sputano “Rabbia” in un vortice di tribal-pop, con stralci d’ipnotismo che marcano la tematica di severa preoccupazione sociale mentre, con “Ma che ti penso a fare”, colpisce come il combo sappia inserire quello sfondo di velato funky che apporta raffinato stilismo su parecchi brani come “L’involuzione”, “La fine dell’estate” e “Allo specchio”, guarnendo il tutto con manifesta personalità, mettendo in rilievo anche le più semplici rifiniture d’arrangiamento. Ora, per ironizzare sulla bieca omologazione umana, ci pensano “Le mode”, brano dalla griffe narrativa Silvestri-ana. La title track è dondolante e sussurrante, evocativa degli Zero Assoluto, ma con accezione lodevole. Precisiamo che trattasi di eccezioni, poiché i 4 torinesi sanno vender bene la pelle, pure a costo di non dare punti di riferimento, perché “Sogni e bisogni” è album palesemente stiloso e trasformista. Infatti, da “Semplicemente, sinceramente” fino all’“Addio” i 4 cambiano vestito, indossando un pop vivace, con sortite indie (“Note sulla città”) di gran gusto. Si concedono “Solo un blues”, tanto per dimostrare che, di ingabbiarsi in un solo genere, non ne hanno la minima intenzione, il che, tradotto, è sagacia ed intelligenza. Ma, in generale, non lo fanno con strategico tatticismo, bensì con elegante passione, toccando l’apice, all’atto di chiudere l’album, con un’intima dedica per un amico scomparso. Bravissimi nella tecnica e vistosamente fantasiosi e maturi nelle tematiche proposte, i 50 minuti di “Sogni e bisogni” tracciano un percorso persuasivo e convincente, con evidenti segnali di bella musica, dai conNOTati freschi e mirabolanti di roseo avvenire, a patto di non perdere questa trebisonda compositiva pimpante e dinamica. (Max Casali)