recensioni dischi
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CUBE  "Cube"
   (2018 )

Bello questo esordio del quartetto catanese Cube, nato dalle ceneri del precedente gruppo Steronoises. Siamo dalle parti di un ottimo elettropop anni ‘80-‘90, tra Pet Shop Boys e Subsonica. E che i ragazzi abbiano fatto tesoro degli insegnamenti di quelle decadi si evince già dal primo brano “Il sole del mattino”, un po’ Planet Funk ma con una melodia irresistibile. Dieci brani tra italiano e inglese, in cui sintetizzatori e tastiere ben si amalgamano con le chitarre e la ritmica. E se alcuni brani sono dichiaratamente di matrice “Subsonica”, probabilmente in modo involontario, come nella bella “Quello che cerco”, in cui perfino la voce somiglia a quella di Samuel, nei tre brani in inglese la band catanese dimostra una sua personalità spiccata. Alcuni brani sono più belli di altri, talvolta addirittura migliori rispetto alle band a cui il gruppo si ispira, vedi “Le cose che non ho”, che potrebbe tranquillamente essere un pezzo di Samuel & company, con la differenza che i brani dei Cube puntano molto sulle melodie, sempre di facile ascolto e che restano ben impresse nella memoria già ad un primo ascolto, memori della tradizione musicale italiana. Un ottimo disco di debutto, che dimostra come anche dall'economicamente disastrato sud dell’Italia possano venire fuori ottimi progetti, ben arrangiati e prodotti, se si posseggono idee vincenti come quelle dei Cube, che sembrano già molto affiatati e pronti per il lancio sul mercato discografico internazionale. (Francesco Arcudi)