recensioni dischi
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MALKOVIC  "Buena sosta"
   (2018 )

Nuovo ep dei Malkovic, trio nato a Milano nel 2015 per iniziativa di Giovanni Pedersini (voce e chitarra) ed Elia Pastori (batteria), sostituito lo scorso ottobre da Simone Bossini: “Buena Sosta” (Costello’s Records) raccoglie cinque tracce che forse non sorprenderanno per slancio creativo o per impreviste virate, ma che definiscono comunque un buon disco, onesto ed intenso.

Adeguando suoni ben calibrati ad una scrittura che viaggia spedita nel solco di vestigia anni ’90, il lavoro apre arcigno con la solida sassata di una “Colossus” sospesa fra i Marlene Kuntz ed i loro epigoni Julian Mente, cercando un ponte tra vecchio e nuovo sublimato nella saturazione della successiva “Gnavi”, con interessante accento posto sulla fase ritmica.

Mirabilmente costruita attorno alle pulsioni del basso di Fabio Copeta e brano esemplare della tendenza dei tre a sviluppare i pezzi sulle dinamiche e sull’arricchimento delle sonorità, “Russi” lievita infida – ma coinvolgente - su un chorus che è quasi emo; rispetto a questo consistente lavoro di cesello, le canzoni in sé rischiano talvolta di restare un passo indietro, sebbene rimangano apprezzabili nella loro veste curata ed elegantemente rifinita. E’ il caso della title-track, illanguidita da sontuosi incastri delle partiture ad esaltarne la dimensione, fondamentalmente raccolta ed introversa nonostante l’asperità dell’ingorgo finale.

Chiude la ballad strumentale à la Afterhours di “Chitarrina”, aria diafana volutamente inconclusa, sospesa su molte certezze e qualche dubbio. Sfumature, s’intende: “Buena Sosta” propone idee che meritano senz’altro di essere approfondite, magari elaborate in fogge ancora più personali che contribuiscano a rendere maggiormente riconoscibile il linguaggio di una band da seguire con attenzione anche nella dimensione live. (Manuel Maverna)