recensioni dischi
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DNEZZAR  "Freischwimmer"
   (2018 )

E’ un piacevole, fluido scorrere in una confortevole bolla di lieve e languida introspezione “Freischwimmer”, cinque tracce che costituiscono il debutto per Pipapop Records di Jacopo Mazzer, in arte Dnezzar, poliedrico musicista veneto già all’opera in una nutrita serie di formazioni indie nostrane tra le quali mi preme ricordare almeno Maya Galattici e Caravanserai.
All’insegna di una delicata introversione screziata di tinte pastello, “Freischwimmer” procede con garbo prendendo le mosse dalla deliziosa “Like A Stone”, pacata mistura di Sam Beam e Girls In Hawaii affogata in una mirabile apertura d’archi, procedendo col pianoforte di una “Pete’s Song” che lambisce atmosfere d’antan à la Al Stewart, infilandosi sornione nella misurata rilassatezza di ”The Hurricane”, aria da Fleetwood Mac nobilitata da un pregevole tema flautistico.
E’ un lavoro elegante e raccolto che porge con grazia una musica raffinata fatta di canzoni semplici, arrangiate con gusto e con quel po’ di furbizia che le rende accattivanti. Spinge di rado, ma quando lo fa riesce a disegnare una “Spanish Twist Again” vagamente psichedelica, percussiva e timidamente irrequieta, aria infida che scivola sorniona tra fiati, echi free, dilatazioni ipnotiche; e chiude sibillino sull’ondivaga “Sancta Sanctorum”, ballad dimessa sviluppata in un crescendo indefinibile, spiazzante intuizione soffocata in una trasognata slackness da cocktail party.
Buona prova: suscita interesse, lascia presagire un gustoso prosieguo. (Manuel Maverna)