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LA CHANCE SU MARTE  "Come ci viene"
   (2018 )

E’ un’interessante possibilità quella che si gioca il sestetto anconetano de La Chance Su Marte con il debut-album “Come ci viene”, in quanto ambisce a personalizzare un percorso che porti a piccole ma sostanziali riforme stilistiche. Sanno come centrare l’obiettivo, con un pop-rock elettronico che curva sulle paraboliche di un cantautorato nostrano alternativo e d’avanguardia (Motta, Calcutta) e maestranze di Big (Coldplay e U2 su tutti). Una mezz'oretta che passa in scioltezza, con la semplice aneddotica di personaggi che sfogano sentimenti e sensazioni comuni di vita, disseminati tra le otto tracce. Il nome del combo è anche il titolo che apre il lotto dell’album, con un breve inzio chill-out per poi addentrarsi in ricami leggeri e fantasiosi che, spesso, scaturivano dall’arcolaio dei Prefab Sprout. La vivacità della chitarra acustica di “Oceano” porta un gustoso brio che cede la mano anche a pause distensive. Invece, “Il solito clichè” è un titolo della serie “come darsi la zappa sui piedi ” perché è quello che si riscontra in una testualità troppo ripetitiva e non proprio signorile ed elegante: un episodio su cui la band dovrà riflettere per non incappare più in questi nei. Fortuna che il combo ha “Più di una vita” da giocarsi e non tarda a rialzarsi con un brano splendidamente eclettico: trillato di flauto e voce riverberata della singer Alice, che prima passa la palla a pause d’effetto e poi s’impasta in un bell’amalgama finale. La title-track ha i giusti connotati per esprimersi come singolo, con una base di pop riflessivo e carezzevole ed ancora incursioni di flauto per condurre alla coralità di un refrain convincente. C’è da dire che i sei marchigiani non danno riferimenti precisi ed ogni brano incarna, per lo meno, un elemento di sorpresa. Ad ennesima riprova, “Rimani fragile” è totalmente appannaggio della voce cullante e fiabesca di Alice che affascina per tutto il timing del brano. Insomma, è quasi “Tutto perfetto”, tra dolcezza di echi fanciulleschi e l’ugola grintosa di Federico Olivieri che ci riporta nelle atmosfere profonde ed incantevoli dei reggiani Il Nucleo. “Giovedi sera” è il congedo acustico, in cui il fraseggio della chitarra di Francesco Flammia lascia quell’alone malinconico che dona picchi ponderativi in libera frequenza. Per essere il primo album, “Come ci viene” fa trasparire spunti di notevole ispirazione e, da qui, La Chance Su Marte lancia il guanto di sfida di riuscire a coniugare la testualità con costruzioni musicali di stampo moderno. Direi, quindi, un’ottima rampa di lancio, pronta a lanciarli tra le stelle nascenti. (Max Casali)