recensioni dischi
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SERPH  "Aerialist"
   (2018 )

Serph è un musicista e producer giapponese noto al pubblico anche come Reliq e N-qia, e rappresenta una delle figure più innovative e interessanti sulla scena elettronica contemporanea. A tre anni dalla sua ultima pubblicazione con questo moniker, Serph è tornato con “Aerialist” (uscito per Noble Records), descritto come colonna sonora ideale per un “road movie aereo”. Si tratta di un album che racconta molto dell’incredibile microcosmo artistico del producer del Sol Levante: abbandonate le pulsioni jazz e instrumental hip hop del lavoro precedente, “Aerialist” riparte da suoni ariosi, a tratti nostalgici, ma sempre affascinanti. “Aerialist” combina melodie acustiche ed elettroniche, il suono limpido del piano e le percussioni, i riverberi e i feedback, creando atmosfere quasi sempre limpide e a tratti zuccherose, includendo elementi classicheggianti che sembrano arrivare direttamente da un’altra scuola musicale. I pezzi sono in tutto tredici e il disco si esaurisce in circa sessantasette minuti: ad aprire è “First Train Home”, col suo incedere leggero e la sua positività, a chiudere è la luminosissima “Phosphorus”, ma nel mezzo troviamo molti episodi parecchio interessanti. Convincono particolarmente il gusto classico di “Sparkle”, unito a un’elettronica corposa e a percussioni incalzanti, le velleità cinematografiche di “Airflow” e la disarmante dolcezza di “Traveller”, ma anche il ritmo serrato e tachicardico di “Nightfall”. “Aerialist” ribadisce la grande duttilità di un artista tanto misterioso quanto ispirato, capace di muoversi agilmente fra pezzi meramente virtuosistici e una produzione più ibrida, densa di elementi che la rendono pressoché unica nel suo genere e che fanno di questo disco l’ennesimo esperimento riuscito. (Piergiuseppe Lippolis)