recensioni dischi
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CANÌS  "Effetto doppler"
   (2018 )

Il cantautore Daniele Soriani, alias Canìs - soprannome datogli dal nonno - pubblica il suo primo album/calendario. Infatti i brani che lo compongono portano i nomi dei dodici mesi dell’anno, tranne l’ultimo, il tredicesimo (''Effetto doppler''), che dà appunto il titolo all’intero progetto. Un album prodotto dal mio quasi omonimo Francesco Arcuri e suonato da 15 ottimi musicisti della scena milanese. Un disco originalissimo, diverso da qualsiasi altra cosa mai sentita finora, specialmente nel panorama musicale italiano. Tutti i brani sono scritti da Soriani stesso, il quale risente certamente dell’influenza musicale e lirica di Paolo Conte e Vinicio Capossela (con qualche spruzzata di Bregovic qua e là) ma prima ancora di Tom Waits. Brani tra il folk e il jazz, testi a volte nonsense ma sempre irresistibili (“i fogli che cadono non fanno rumore se non per il peso delle parole che portano”). Dal grigiore - volutamente anche musicale - di ''Gennaio'' e ''Febbraio'' si passa all’inizio della fioritura di ''Marzo'' e della piena primavera di ''Aprile'', mentre ''Maggio'' è preludio dell’estate che esplode a ''Giugno'', continua nel ritmo serrato del caldo di ''Luglio'' e ''Agosto'', mentre si riprende la solita routine a ''Settembre'' con l’arrivo dell’autunno, che tra ''Ottobre'' e ''Novembre'' si trasforma in inverno (“Quest’anno l’autunno ha ceduto all’inverno di nascosto” canta Canìs), rallentando i ritmi della vita, per concludere a ''Dicembre'' l’anno solare. Mentre la conclusiva title track chiude degnamente un disco intelligente, che si può amare o anche detestare ma di certo non può lasciare indifferente. Di Canìs, ne siamo certi, sentiremo parlare ancora. (Francesco Arcudi)