INIGO "T3rzo disco d’esordio"
(2018 )
Quasi per caso, nel 2012, ascoltai un brano di un nuovo progetto cantautoriale denominato “Inigo & Grigiolimpido”, e mi incuriosì a tal punto che ne ascoltai l’intero Lp. Ancora non scrivevo recensioni, se non nella mia testa, e lo giudicai un disco un po’ acerbo, ma fui colpito dalla voce del cantante e, me lo ricordo ancora oggi, pensai ad un’artista con delle ottime basi su cui lavorare, se non altro per quel timbro e quel modo volutamente “sgraziato” ed ironico che ricordava il mito della mia adolescenza, Rino Gaetano.
Ma la storia, si sa, è un ciclo e così dopo sei anni mi ritrovo di nuovo ad ascoltare quella voce che tanto mi aveva incuriosito; ma stavolta il cantautore pugliese, dopo aver chiuso la premiata ditta “Inigo & Grigiolimpido, ha deciso “di mettersi in proprio” e assieme al suo fido chitarrista, Emanuele De Lucia, hanno inciso il loro “falso” album d’esordio, denominato molto ironicamente “T3rzo disco d’esordio”.
L’ironia e il sarcasmo, che tanto caratterizzavano i testi di Rino Gaetano, sono in gran parte presenti in questo nuovo lavoro, e lo testimonia la canzone di apertura del disco, “Ho smesso”, dove con un gioco di sensi opposti e con un arrangiamento cantautoriale vicino a sonorità pop anni '70/'80, Inigo canta l’inno alla libertà individuale, omaggiando così il grande Rino “nazionale” anche nel suo essere svincolato da ogni regola sociale e discografica.
Ma in questo “T3rzo disco d’esordio” per fortuna non c’è solo ironia, e così si possono apprezzare testi esistenziali come “Non ti so amare” o "La Tesi Del Coraggio", dove la voce di Inigo viene accompagnata da una strepitosa Andrea Mirò, realizzando a mio parere il momento di maggior qualità artistica dell'intero disco.
Magia musicale che, però, scema con “Osare”, una canzone contaminata dal classico e un po' stantio pop/rock italico a metà strada tra Ligabue e Grignani; per fortuna nel brano successivo “La Mia Porzione di Umiltà" il fantasma di Rino Gaetano si reimpossessa dell’anima del giovane cantautore pugliese e, mostrando tutta la sua grinta, si scaglia in maniera tagliente contro la “generazione precaria”, figlia della società in cui viviamo.
L’ironia e le sonorità pop tornano sovrane nella scanzonata e disinvolta "Mai Fermarsi", dove spicca il duetto con Francesco Baccini, e in “Di me e di Te”, dove l’ipnotico ritornello associato all’immediatezza del sound ne è valso nel 2015 un primo posto in “Area Sanremo”.
L’ascolto scivola via gradevolmente con del buon pop/rock, in “Due Sistemi” e “Come quando Nevica”, per giungere nel finale a "Solo Di Notte", intimo e malinconico brano acustico, che non poteva assolutamente mancare nel disco di un buon cantautore italiano.
Tirando un po’ le somme, “T3rzo disco d’esordio” non sarà certo un LP che passerà alla storia, soprattutto per gli arrangiamenti che spesso, e forse volutamente, fanno da contorno alla bella voce di Inigo, ma è un buon disco che ho ascoltato con piacere e che ho apprezzato per degli ottimi testi, non scontati e che meritano un attento ascolto; un disco che fa onore al cantautorato italiano, che da sempre ruota attorno al gusto della melodia e alla responsabilità di raccontare storie.
Spero tra qualche anno di riascoltare un nuovo lavoro di Inigo, un artista che, se riuscirà a scrollarsi di dosso le similitudini con i più famosi cantautori italiani (Ligabue, Grignani, Carboni, Antonacci) e ad intraprendere una propria strada, sicuramente farà parlare di sé. (Peppe Saverino)