recensioni dischi
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EMERALD SUN  "Under the curse of silence"
   (2018 )

A vent’anni dalla loro nascita e a quattro anni dalla loro ultima fatica discografica, i greci Emerald Sun sono tornati con “Under The Curse Of Silence”, disco che muove dalle solide basi hard rock/heavy metal già gettate coi tre lavori precedenti. L’obiettivo della formazione ellenica era quello di oltrepassare i confini nazionali per raggiungere un pubblico più ampio, ma senza snaturare un sound che conserva le sue caratteristiche di base. Il sound degli Emerald Sun è esplosivo, tendenzialmente vicino al metal più classico ma anche infarcito di influenze power. “Under The Curse Of Silence” si apre con un uptempo classico ma brillante come “Kill Or Be Killed”, costruito su percorsi strumentali efficaci e su un cantato discretamente adesivo. Dopo la sfuriata di “All As One”, i ritmi si abbassano leggermente con “Carry On”, che privilegia la potenza rispetto alla velocità. Il binomio torna a funzionare col singolo “Blast”, con tanto di deflagrazioni sul nome del brano, e il disco conosce il suo momento migliore: arrivano, in fila, un altro uptempo diretto e d’impatto come “Weakness And Shame” e poi una indovinata ballata rock (“Journey Of Life”). La sensazione, di qui in avanti, è che gli Emerald Sun si ripetano un po’: accade con “Rebel Soul” e “Land Of Light”, ed è necessaria “Slaves To Addiction” perché l’incedere sostenutissimo e infernale possa suonare realmente nuovo. Il livello torna ad alzarsi nel finale: “Fame” e “World On Fire” rallentano, ma scelgono soluzioni eleganti e ritmi più ragionati, prima dell’altra ottima ballata “La Fuerza Del Sol”. Sebbene un po' ripetitivo in alcuni passaggi, “Under The Curse Of Silence” è un indubbio passo avanti nella carriera degli Emerald Sun, capaci di confezionare un buon prodotto, figlio di buone idee e tanta tecnica. (Piergiuseppe Lippolis)