recensioni dischi
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MIDAS FALL  "Evaporate"
   (2018 )

La Monotreme Records produce i lavori dei 65daysofstatic e dei This Will Destroy You; questi nomi dovrebbero già farvi intuire che stiamo parlando di quel vasto filone banalmente etichettato come post rock. Le Midas Fall sono due polistrumentiste, Elizabeth Heaton e Rowan Burn, che creano ambienti che richiamano in parte le atmosfere dilatate della scena post rock; tuttavia, il duo incrocia il classico ambient distorto con elementi elettronici e da soundtrack, in questo nuovo lavoro "Evaporate", raggiungendo una formula particolarmente efficace, anche se non necessariamente innovativa. La voce, perennemente riverberata, è il perno attorno al quale si muovono sontuosi arrangiamenti, suscitando emozioni che già si prevedevano forti visto il genere, ma che accrescono d'intensità in certi momenti, come nella traccia che dà il titolo all'album. Nel brano "Evaporate" il crescendo rock, galvanizzato dagli archi, accompagna un cantato che ottiene una drammaticità affine a quella della colonna sonora de Il Gladiatore, nel terribile momento dell'arrivo di Massimo dinanzi alla propria famiglia assassinata. In "Glue", dopo un'iniziale partenza con le percussioni elettroniche, ci si sposta alla batteria acustica, mantenendo una situazione più riconoscibile nel genere. Compare sovente anche il pianoforte, che esegue soprattutto arpeggi ("Bruise Pusher") a volte accompagnando in maniera più determinante, come nei primi due minuti di "Sword to shield". "Dust and bone" unisce sapientemente tutti gli elementi: un'introduzione fatta di gravi suoni elettronici, archi e armonie statiche, in un clima minaccioso che poi deflagra. "Awake" invece esce dallo schema del crescendo, mantenendo la chitarra calma e pulita dall'inizio alla fine. La dolcezza continua nell'evocativa "In sunny landscapes", che porta una serenità tanto irreale quanto attraente. In "Lapsing" chitarra e pianoforte dialogano sommessamente, sopra una marea di echi, ma al ritorno della voce e della batteria si torna alla zona colonna sonora. Finale maestoso con "Howling at the clouds", per un album che convincerà anche gli amanti dei ritmi più sfrenati a fermarsi, e lasciarsi trascinare dal lento e corpulento maremoto spirituale dei Midas Fall. (Gilberto Ongaro)