recensioni dischi
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NICOLAS BERNIER  "Transfert/Futur"
   (2018 )

L'artista canadese audiovisual Nicolas Bernier propone in "Transfert/Futur" (appena uscito per Acte Records) due lunghi viaggi sonori, realizzati come lunghe serie di avvenimenti elettronici orizzontali. Non c'è struttura che si ripete, la forma muta costantemente, e maniacali sono sia la cura del sound che la disposizione dei suoni nella sfera acustica, rendendo l'esperienza tridimensionale. Indispensabile l'ascolto in cuffia, o al centro di un buon impianto hi-fi, perché così si può apprezzare l'utilizzo delle frequenze binaurali (soprattutto nella seconda traccia "Synthése"), che si dice abbiano effetti rilassanti sulla mente (ma non è ancora nulla di scientificamente provato). Resta però il senso di disorientamento fascinoso che si può provare, ascoltando queste doppie vibrazioni che rimbalzano a sinistra e a destra, che fanno generare dal cervello un terzo suono percepito solo dall'ascoltatore, come differenza fra le due frequenze: è come un battimento, quello che si percepisce bene quando si accorda un basso elettrico tenendo premute due corde, fino a quando non suonano la stessa nota alla medesima frequenza. Suoni dall'onda quadra, triangolare e rumori si alternano senza soluzione di continuità dall'inizio alla fine. Per comprendere bene il mondo di Bernier, va tenuto a mente che egli è anche performer di installazioni artistiche, dove il dato visivo coopera con quello uditivo. Però se ci si concentra sulla propria situazione fisica, qualunque sia il luogo, questo viaggio funziona anche senza ausilio di un'esperienza visiva artistica significativa. Può avere effetti collaterali in caso di facile suggestionabilità, come angoscia o alienazione. Preparatevi psicologicamente e nessuno si farà male, anzi potreste iniziare percorsi di autocoscienza. (Gilberto Ongaro)