recensioni dischi
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OUT OF THE EDGE  "Birth"
   (2018 )

Out Of The Edge è il nome del nuovo progetto del batterista e polistrumentista Luca Stasi che, dopo l’esperienza in diverse band, ha scelto di comporre musica propria. Il risultato di questo desiderio è “Birth”, EP di cinque tracce per le quali ha collaborato con diversi musicisti, su tutti Federico Paulovich dei Destrage. “Birth” è un lavoro parecchio introspettivo, i cui testi rispecchiano fedelmente la visione del mondo dell’artista, senza però essere eccessivamente personali. Luca Stasi si affida all’inglese e ad un progressive rock parecchio dinamico, che strizza l’occhio al metal nelle parentesi più muscolari e concede sprazzi pop nelle fasi più dolci e melodiche. “Birth” si esaurisce in poco meno di mezz’ora, ma i brani seguono sviluppi mai troppo prevedibili, facendo sì che l’attenzione resti alta per tutta la durata dell’opera. La titletrack si schiude con chitarre ruvide, per poi distendersi in un rock più leggero e ragionato, in concomitanza con l’inzio della parte cantata. I ritmi e gli scenari cambiano col passare dei secondi, ma i passaggi sono sempre dolci e l’effetto è parecchio gradevole. L’incedere di “Never Give Up” suggerisce ambientazioni vagamente oniriche prima di un finale concitato e in crescendo, mentre “Maybe” spicca per un dialogo con il sax di Fabio Binda. “Age Of Tomorrow” catapulta nello spazio l’ascoltatore, prima di una parte più fedele a classici schemi prog, la chiosa è affidata all’ottima “Jester’s Laugh”, realizzata con Federico Paulovich e incentrata sulla furiosa corsa di chitarra e batteria, fra guizzi metal e virtuosismi. Luca Stasi ha messo in campo tutta la sua esperienza per avviare un nuovo progetto che, seppur giovanissimo, sembra promettere parecchio bene. (Piergiuseppe Lippolis)