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LE DONNE DI MAGLIANO  "Donne che cantano le donne"
   (2018 )

Dietro l’intento di realizzare un laboratorio musicale, e grazie al notevole impulso di Carla Baldini, artista grossetana, una ventina di donne tra i dieci e i settant’anni, di un paesino toscano (Magliano per l’appunto), si ritrovano a calcare il palcoscenico musicale con Ginevra di Marco e nel giro di poco tempo riescono a collaborare con artisti illustri, portando in scena canzoni della tradizione popolare toscana. Un lavoro artistico che porta alla realizzazione di nuove canzoni e storie che parlano delle tradizioni e delle leggende della Maremma con un orgoglio quasi patriottico e mistico: “Donne Che Cantano Le Donne” è questo viaggio attraverso diciotto piccole sfumature che parlano di donne che hanno vissuto e lottato nel territorio maremmano. Figure dell’universo femminile che, nel bene e nel male, hanno rappresentato la tradizione, la cultura e le gesta di un’affascinante porzione della nostra penisola. David Riondino recita l’“Ottava Per Le Donne Di Magliano”, e in trenta secondi introduce il lavoro aprendo la via al coro con l’allegria di “La Mamma ‘N Vole”. Il violino e la voce di un banditore danno il via a “Il Valzer Della Povera Gente”, del cantautore Odoardo Spadaro, mentre un arrangiamento spensierato gioca con “Ninna Nanna La Malcontenta”. “Oh, Violina!” è cantata a cappella nei suoi due minuti e mezzo e lascia il posto alla dolcezza di “Fata”, che culla l’ascoltatore e lo accarezza facendogli respirare l’aria genuina della Toscana, mentre atmosfere malinconiche si impossessano di “La Bella Marsilia”. C’è spazio per Pia De’ Tolomei, nei quasi trenta secondi del recitato, tratto dai versetti del Canto V del Purgatorio della Divina Commedia di Dante, in “Ricorditi Di Me, Che Son La Pia”, e fa da intro alla soavità della voce che canta la vita di “Pia De’ Tolomei”. I quaranta secondi di “Maremma Amara” aprono al brano più variegato e interessante dell’intero lavoro: “Norma, Per Non Dimenticare”, dedicato a Norma Pratelli Parenti, eroica partigiana toscana, uccisa a soli ventitre anni dai soldati tedeschi. “Son L’Undici Di Notte” è una dolce canzone d’amore che ci riporta ai tempi delle serenate che si cantavano di fronte alla finestra della persona amata, mentre “Il Manto Della Primavera” richiama la purezza di luoghi incontaminati: arpeggi di chitarra sembrano il cinguettio di uccelli, e le note del violino sembrano una brezza leggera che porta con sé suoni e profumi di una primavera che scaccia il freddo e cupo inverno. “L’Ulivo Della Strega” e “Le Streghe Di Bargazza” deviano dalla storia per aprirsi alla leggenda e a racconti densi di fascino e mistero, tra pozioni e pentoloni bollenti, ma si tratta di una digressione che non fa perdere il contatto con la vita di personalità realmente esistite come Brunetta Scotti, prima donna medico in Italia, in “Medico Con Gonna”. Torna David Riondino, con “Basta Chiudere Gli Occhi”, a raccontare il contrasto tra uomini forti, rudi e scurrili nel turpiloquio e il loro rossore misto a vergogna nel farsi visitare, con diffidenza e timore, dal primo medico donna, mentre chiude un lavoro denso di pathos “Butteri Della Maremma – San Martino”, con la toccante interpretazione di Pamela Villoresi. Un esordio discografico per le Donne Di Magliano all’insegna di forti emozioni: emozione nel cantare con una cura sacrale la propria terra; emozione nel raccontare storie e leggende che hanno reso unica una zona incantevole della Toscana; emozione per essere arrivate (partendo dal nulla) ad esprimere con un’intensità fuori dal comune non solo l’amore per le proprie origini, ma anche trasmettere questo amore attraverso la voce, facendo vivere all’ascoltatore una dimensione intima dell’attaccamento ai propri luoghi e ai propri valori. (Angelo Torre)