IL TIPO DI JESI "Pranzo rock in via Trieste"
(2018 )
Però… che strano “tipo” questo Tommaso Sampaolesi da Jesi! E’ stato questo il mio primo pensiero, non appena ho letto il nome dell’artista e poi la successiva tracklist, così mi sono approcciato con molta curiosità, e devo dire che le mie aspettative non sono state deluse.
“Pranzo rock in via Trieste” è il titolo del primo album de “Il Tipo di Jesi”, un disco interessante che propone buoni testi e una “miscellanea” di generi e sonorità tali da poterlo “riporre” nel reparto “progetti originali”, nell’intasata discografia del panorama indie italiano.
ll cambio continuo di sound fra una canzone ed un’altra è la caratteristica fondamentale del disco, si parte così dalla la title-track “Pranzo rock in via Trieste” in cui le sonorità pop/rock, che ricordano molto i Subsonica, cedono rapidamente il passo, nel brano successivo “Masturnazione”, ad un rock più viscerale ed aggressivo, che affonda le sue note in un grunge primordiale tipico della Seattle Sound.
La voglia di ricerca musicale e di nuove sonorità determinano subito un altro cambio di registro, in “In fondo al letto” e “La canzone col piano”, fa così capolino il lato acustico e più intimo di Tommaso Sampolesi, sono infatti canzoni in cui l’artista metto a nudo le sue emozioni con semplici melodie di chitarra e degli ottimi testi.
Ma l’imprevedibilità dell’artista marchigiano non fa certo stare tranquillo l’ascoltatore che, in “Il fiume in pancia”, viene improvvisamente travolto da note e suoni tipici di un pezzo british indie/rock, per poi, superate le “rapide” dei riff di chitarra, essere riportato nuovamente, con “Tione, la nebbia, le montagne”, in uno scenario musicale più intimo e maliconico .
Un brano, quest’ultimo, in cui la chitarra acustica di Tommaso ben si fonde con la sezione ritmica, riuscendo nell’intento di suscitare un’intensa emozione affettiva e, nel contempo, una forte commozione musicale.
Ma ben presto la nebbia si dirada e si ritorna a correre sui ritmi frenetici e veloci, la malinconia si trasforma in rabbia musicale in “Tutto a posto a Land’s End”, una pezzo punk-rock, di cui ho apprezzato la rivisitazione in chiave elettronica del refrain, che denota ancora una volta l’originalità dell’intero LP.
Il disco si conclude, come era ovvio, con due brani totalmente opposti nel sound e nel genere musicale, si passa così dalla coinvolgente “Caos a colazione”, una dichiarazione in tono alternative rock, di odio e amore verso la propria città, ad un pezzo dalle tonalità tipiche del pop italiano d’autore, “Mi piace quando piove e non c’è rifugio”, dove un delicato riff di chitarra acustica accompagna per tutta la canzone, mettendolo in giusto risalto, un appassionato testo ben interpretato da “questo” bravo “Tipo di Jesi”.
Un disco che si ascolta in maniera piacevole, senza particolari acuti stilistici ma che grazie ad una personale rielaborazione ed interpretazione, dovuta anche alle esperienze musicali passate, e che soprattutto, grazie all’esplosiva miscela di generi che vanno dal Grunge anni ’90 al post punk ottantiano, passando dall’indie rock d’oltremanica e dal pop italico d’autore, fanno di “Pranzo Rock in via Trieste” un buon album d’esordio che non puo’ che rappresentare un punto di partenza confortante in prospettiva futura. Sicuramente “Il tipo do Jesi” è un’artista da seguire con interesse! (Peppe Saverino)