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INSCHEMICAL  "Inschemical"
   (2018 )

Gli Inschemical sono una nuova band di rock alternativo, provenienti dalla Calabria, e propongono un rock dal sound energico che ricorda i primi Negrita (quelli di "Cambio" per intenderci), ma tra le loro influenze ci sono anche i Timoria, insomma si inseriscono nel filone della miglior scena distorta tricolore. L'omonimo album comincia mostrando subito le carte del gruppo in "Affine al mio tempo", con classici riff pentatonici di chitarra abrasiva, efficaci e voce dall'approccio diretto "al sodo". Ne "La spirale senza fine" il basso inizia a usare la distorsione e il testo si riferisce a quei movimenti di politica estrema fautori di "un'ingiusta causa di violenza" all'apice nei nostri Anni di Piombo, portando una visione già in larga parte condivisa, ma che in pochi avevano dichiarato esplicitamente in musica. "Alcuni dicono che accada affinché vengano tempi migliori (...) la spirale senza fine sai già che colore ha, rossi e neri ma sicuramente senza identità (...)". Si fanno anche beffe delle frange oltranziste che tuttora qua e là scatenano tafferugli: "Strano che non si accorgano degli anni che son passati". Del resto, "a darla a bere loro ci sapevan fare con un sacco di pretesti, pareti, cazzate che arricchivano il mercante ma spremevano anche il militante". Che liberazione sentire musicata questa posizione. Personalmente mi ricorda quella volta che i burattini del "black bloc" sembrava arrivassero dal nulla, ma poi si è scoperto che un rifornimento di mazze gli arrivava dalla Libia... Quindi, dietro movimenti violenti girano sempre ben altri interessi, quasi mai una reale istanza di rivoluzione. Gli Inschemical però, con il loro sound duro, sanno anche essere pop, come in "Un nuovo inizio", affrontando le difficoltà di rapporto padre - figlio. "Allegoria di un giorno" porta un groove nel rock introspettivo, con una parte strumentale intensa. In "Buio" la chitarra con tremolo tesse un'armonia diminuita che sorregge parole inquiete: "Ombre, spiacevoli inconvenienti di un sole che riflette brandelli di emozioni appese ai ganci della ragione, mentre fuori tu muori". Il ritornello è una risposta energica e sicura a questo clima di paura: "Ma io non mi arrendo a chi mi indica una sola strada, alle cambiali del passato, ai sorrisi degli sconfitti". Poi c'è spazio per uno special psichedelico, con la voce che ripete: "Il buio è nel cuore". "La favola sbagliata" racconta una storia di pedofilia, dal punto di vista della vittima, con delle strofe dal ritmo storto quanto l'argomento. L'orecchiabile refrain contiene la sintesi del racconto drammatico: "Ora come farò a cancellare il ricordo di questa favola sbagliata? Ricorderò per sempre che mi stava lì a leggerla, non sedeva mai al mio fianco". Il sound granitico garantisce il fiato mozzato, dando un senso avvincente nonostante la tematica. E' la forza di volontà dell'uomo che supera i traumi del male. "Controinformazione" è un omaggio rock degli Inschemical a Peppino Impastato, dopo che c'è stata la dedica d'autore di Pippo Pollina e quella folk dei Modena City Ramblers. Adesso non voglio attirarmi le ire di qualcuno, ma questa canzone sembra molto meno retorica di quella dei MCR, che sembrava, involontariamente, dipingere un eroe irraggiungibile, fare una statua al "giovane bello morto per una giusta causa" (come si è fatto per Che Guevara), approccio che crea distanza e deresponsabilizzazione. Invece gli Inschemical ci avvicinano alla figura di Impastato e ci coinvolgono in prima persona: "Lui voleva solo raccontare verità, chiedeva di sentir la VOSTRA (...) voleva i VOSTRI passi verso i suoi pensieri". Le mafie ce le abbiamo ancora vive attorno a noi, e più di qualcuno sa anche dove fisicamente si organizzano, ne conoscono i gangli ma per vantaggio personale tacciono o addirittura le sostengono di nascosto. Dopo tanti argomenti infiammabili, l'album finisce tenue con la ricerca della felicità, ne "La ricerca", con arrangiamento orchestrale e di pianoforte. Come in "Buio", il testo parte da un'esposizione di problemi e difficoltà, mentre il ritornello reagisce intrepidamente: "Gira le spalle al presente, cerca il tuo modo per sentirti un po' importante, cercalo bene tra la nostalgia, non guardarti indietro, vai pure via". Quest'album trasporta messaggi positivi insieme ad un sound orecchiabile che non ha paura di utilizzare anche dei cliché, è, come dire, un lavoro onesto, che riesce a far arrivare temi forti all'ascoltatore spingendolo alla resistenza alle avversità, ma senza la retorica fallica di "Non mi avete fatto niente"! (Gilberto Ongaro)