GERARDO TANGO "Il vento è forte qui... si vola meglio"
(2018 )
Strano disco questo del pugliese Gerardo Tango, a soli due anni dal suo debutto solista con il primo album, arrivato dopo un abbondante decennio vissuto negli storici Mufla. Strano perché sembra voler a tutti i costi non somigliare a nient’altro, perché ha dei testi “impegnati” un po’ anni 70, perché in alcuni brani è melodicamente ossessivo. Il cantautore ha uno stile tra il folk, il rock progressive e l’elettronica. Il tema principale dell’album è combattere a tutti i costi, con un invito a rialzarsi anche dalle cadute più brutte. A partire dal primo brano in tracklist, “Grano”, che parla di raccogliere quello che si è seminato, con una cornice musicale molto melodica tipicamente cantautoriale all’italiana. Melodicamente ossessivo - dicevamo - in alcuni brani, come nel ritornello di “Prosopagnosia”, in cui appunto il cantautore ripete all’infinito “È tempo di cambiare”, quasi come un mantra. Tra le canzoni migliori certamente includerei “C’è un Italia”, una marcetta che ripete la voglia di cambiare di tanti italiani mentre nel paese tutto va sempre peggio, a tal punto che un uomo che ha appena saputo che diventerà padre si domanda se il figlio “sarà un banchiere o un cameriere, un ladro o un onesto giardiniere”. Altro bel pezzo è “Lasciami il cuore”, musicalmente un po’ di Battistiana memoria, infatti ricorda “Neanche un minuto di non amore” mantenendo però una sua personalità originale. In definitiva un progetto tutt’altro che banale, dominato dalla voce riconoscibilissima dell’autore, sicuramente da tenere d’occhio. (Francesco Arcudi)