DEVOCKA "Meccanismi e desideri semplici"
(2018 )
Non si sentiva parlare dei Devocka da ben cinque anni, ovvero dalla pubblicazione della raccolta “Dieci”. Sei, addirittura, se si considera l’ultimo lavoro contenente del materiale inedito (“La Morte Del Sole”). La gestazione di “Meccanismi E Desideri Semplici” è stata quindi parecchio lunga, così come anche la nostra attesa, ma si può dire che ne sia valsa la pena. Il quartetto ferrarese è tornato con un lavoro ancora al confine fra new wave e post punk ma infarcito di noise, con un ruolo centrale affidato a synth e drum machine: è proprio la cura dei dettagli a esaltare il sound della band, la cui imprevedibilità è testimoniata da una inesauribile ricerca. I brani non si caratterizzano per un minutaggio particolarmente lungo: in meno di trentacinque minuti, l’ascolto di “Meccanismi E Desideri Semplici” è completato, ma la sensazione è che ne servano alcuni in più per poter comprendere e apprezzare a dovere il microcosmo sonoro dei Devocka, in perenne tensione fra inquietudini new wave (“Questa Distinzione”, “L’Apice Del Masochismo)”, graffi post punk (“Maledetto”) e addirittura post hardcore (“Nel Vortice”) fino alla schizofrenica chiusura con le montagne russe di “L’Imbecille”. I Devocka uniscono a tante belle idee anche una scrittura sempre ispirata e profonda, e il silenzio, per quanto lungo, specie in questo momento storico, ha dato i suoi frutti. Bentornati. (Piergiuseppe Lippolis)