recensioni dischi
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BRUNO & THE SOULDIERS  "Kingston funky crime"
   (2018 )

A due anni da “Nothing To Lose”, sono tornati Bruno & The Souldiers con “Kingston Funky Crime”. Il collettivo, capitanato da Bruno Pittelli e composto da un nucleo di quattro elementi oltre a molti altri collaboratori, riparte dallo stesso afflato ska e rocksteady del lavoro precedente ma, questa volta, accorcia le distanze con la Giamaica e irrobustisce la componente reggae, con marcati groove roots e ambiziosi passaggi in tensione fra dub e psichedelia. “Kingston Funky Crime” si apre con le ambientazioni cinematografiche della titletrack: i primi secondi scorrono fra echi-Calibro 35 e scenari da poliziesco all’italiana ed è soltanto con l’inizio della parte cantata che vien fuori l’altra anima del sound del collettivo calabrese. “Come Closer” si poggia su strutture dub e cita l’attacco di “Police And Thieves”, scritta nel 1976 da Junior Murvin e riproposta, fra gli altri, dai Clash. I contorni si fanno più sfumati nella versione “Bassplate Dubcut Remix” della stessa “Come Closer”: pur restando forti i legami col dub, compaiono le prime allucinazioni psichedeliche. Convince la cover di “Crosstown Traffic” di Jimi Hendrix, con l’incalzare della sezione di fiati a caratterizzare in maniera netta l’interpretazione, anche nella versione soltanto strumentale. Aspettando conferme con lavori su distanze più lunghe, il collettivo calabrese mostra belle idee e affiatamento e questo permette di nutrire aspettative importanti per il futuro. (Piergiuseppe Lippolis)