recensioni dischi
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BEATRICE ANTOLINI  "L'ab"
   (2018 )

Quinto LP all'attivo, "L'AB" è il nuovo album di Beatrice Antolini. Gli elementi tipici della cantautrice continuano ad essere presenti: elettropop che incontra il pianoforte, spesso protagonista degli arrangiamenti, voce elaborata ed effettata, e sequenze armoniche tendenti al drammatico, come quelle di "Insilence". Ed infine, un sempre presente senso di inafferrabilità. Nella composizione, Antolini predilige più volte tempi composti o dispari, come i 3/4, i 6/4, i 6/8. Particolare l'utilizzo di brevi campioni di voce all'inizio di "Second life", canzone che ipotizza una seconda vita parallela dove le cose potrebbero andare meglio che nella prima: "In my second life I'll be stronger, lovely longer". La voce è resa tremolante nel rock elettronico "Forget to be", dove convivono un inciso di synth e degli accordi di pianoforte, staccati in sedicesimi. Suoni glaciali nell'oscura "Subba" richiamano le sonorità europee di Goldfrapp, ma a differenza di quest'ultima, le armonizzazioni vocali vertono spesso sui punti di contrasto, invece che sulle zone concilianti. Diciamo che la verve punk in fondo non se n'è mai andata (per fortuna), e ciò consente a Beatrice di utilizzare il materiale sonoro attuale a modo suo, senza cadere troppo nella formula pop gratuitamente catchy. In "Until I became" l'elettronica continua a mischiarsi con ritmiche decise e decisive di pianoforte, e chitarra elettrica distorta, mentre il testo del ritornello recita: "Until I became somebody else". I temi ricorrenti sono la deumanizzazione dei nostri giorni, la perdita delle identità sia personali che collettive. La voce capricciosa degli anni di "Funky Show" ritorna in "Total blank", dove un sample di fiati caratterizza l'arrangiamento iniziale e finale. La canzone più strana però è "What you want", uno shuffle per pianoforte, o meglio un brano suonato in terzinato, che a metà si trasforma in una dance con la drum machine dritta e regolare, e suoni anni '80. Solitudine in "I'm feeling lonely", dove "I'm like an island", lei si sente un'isola, un po' come tutti noi connessi online e scollegati offline. Ed infine "Beautiful nothing" è una ballata per pianoforte e synth, dove viene chiesta devozione e per far ciò la protagonista vuole essere portata verso il nulla: "Take me to nothing, talk about nothing, beautiful nothing". Il niente, il vuoto, presente anche in "Total blank", è da ricercare con fascino, non da rifiutare. Vuoto non come assenza, ma come spazio libero, una reazione al troppo pieno, all'horror vacui dei troppi stimoli che riceviamo senza avere il tempo di elaborarli. Giocando quindi con le proprie iniziali, Antolini Beatrice conclude così il concetto de "L'AB", un album che gioca con suoni pop riconoscibili e familiari, resi però non più tali, tramite una composizione più libera rispetto alla forma classica dei tormentoni. (Gilberto Ongaro)