recensioni dischi
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ELIO E LE STORIE TESE  "Arrivedorci"
   (2018 )

D'altra parte lo avevano detto pure loro, in una canzone di quando le cose andavano bene bene, che quando si prende il viale del tramonto è il caso di appendere le scarpe al chiodo. Perchè, diciamoci la verità, qualcosa nel percorso quasi immacolato degli Elii si era già rotto da un po', se vogliamo dal dramma della morte di Feiez, e per qualche anno si era andati avanti, comunque, di mestiere e di tutto il resto. Ma se perfino nel clan degli irriducibili, quelli che negli anni '90 gridavano al mondo "ascoltateli, sono forti", qualche crepa e dubbio si era aperto, un motivo non ci può non essere. E d'altronde basta fare un giochino: quante canzoni del periodo, diciamo, 89-99 ricordate? E quante del successivo? Ok, mi date ragione. Difficile capire cosa possa essere cambiato, ma quella che era la principale dote del gruppo, ovvero la versatilità (ma ve lo ricordate "Craccraccriccrec"? Dove si massava dal metal alla disco, dalla techno allo swing?), si era già da un po' esaurita, e quasi tutti i brani degli ultimi dischi, ahinoi, suonavano - orrore! - allo stesso modo. Dichiarazioni di perfezione accademica, gioco di richiami e di collegamenti, ma ormai qualcosa che era diventato un Bartezzaghi per solutori superesperti, e non più qualcosa che potesse far gioire anche gli ascoltatori interessati ma non plurilaureati. "Arrivedorci" è il live finale, in questa specie di addio a rate che ha visto perfino l'ultimo posto a Sanremo - quasi un Oscar alla carriera - come suggello. Ora, facile capire se ci mancheranno: certo, come no. Ma non quelli recenti, non quelli dei poco ispirati albumblanchi o delle figgattedeblanc. Proprio no. Ci mancheranno quelli precedenti, quelli per cui ci si sarebbe immolati pur di farli conoscere a tutti, anche a quelli che non li volevano sentire per paura delle "parolacce". E ora, chissà, se il giudizio nei loro confronti potrà essere neutrale, finalmente. Perchè prima, li si esaltava fin troppo davanti a poca gente che li conosceva. Ora li si è umiliati fin troppo davanti a troppi saliti sul carro dell'(ex?) vincitore. Ma qui, per almeno una dozzina d'anni, si è fatta la storia della musica italiana, punto ebbasta. (Enrico Faggiano)