ETERÆ "Fermi e arresi"
(2018 )
Virulenza, corrosione e provocazione: ecco il terno secco e vincente, uscito sulla nuova ruota di Cosenza, battezzata per l’occasione dal power-trio degli Eterae. Dopo l’ascolto di “Fermi ed arresi” si è liberi di fare tutto tranne una cosa: continuare ad alzare bandiera bianca. Qui c’è un kit completo di 7 bombe per non adire a scusanti e darsi sùbito una mossa, altrimenti saremo sempre “Dannati noi”, quelli che subiscono con apatia e rassegnazione. Ben venga, quindi, che tale traccia, molto serrata, dia la scarica su tutta la linea elettrica dell’opera. Vi aspetta un percorso tagliente, pungente e piacevoli andazzi stralunati tipici dei Blood Brothers e dei nostri Teatro degli Orrori. “Irene” morde meno in velocità ma azzanna l’anima nel bilancio che si fa, faccia a faccia con lo specchio, in cui l’unico interrogativo è: reagire o non reagire? Nel dubbio, sfogliate la “Margherita” e fatevi trasportare da un dispotico basso e dalla densità di chitarre scintillanti, suonate con mirabile tecnica. Le successive “Invisibile” e “Insoddisfacente” includono persino dettagli psyco-noise ma senza farsi troppe illusioni. Il trio scalpita sempre come un ossesso, lancia strali incandescenti di ironia e provocazione e gestisce la rabbia come meglio non potrebbe, in quanto offre la ferma sensazione che il sostegno dato dalle invettive del singer-fondatore Ettore Giardini abbiano un bel fondamento, un ragionato equilibrio per l’espressività pulsante e sanguigna. “Fermi ed arresi” non è un disco facilmente digeribile perché vomita verità scomode con varianti instabili, ma se abbiamo l’onestà di riconoscerci nel suo quadretto ideologico, potrà diventare il totem dell’attivismo, l’antagonista dell’inerzia, l’efficace miccia per saltare dal divano e ricominciare a (re)agire veramente. (Max Casali)