recensioni dischi
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POPPY ACKROYD  "Resolve"
   (2018 )

La compositrice neoclassica Poppy Ackroyd, che in passato ha collaborato con giganti come Hauschka e Nils Frahm, dà seguito ai suoi primi tre mini-album con il debutto full-lenght tanto atteso, un disco maturo e ispirato, che rappresenta il culmine del recente percorso dell’autrice.

L’album si apre con “Paper”, una cavalcata sentimentale e sincera, mai scontata e sempre pronta a roteare vorticosamente attorno a un arpeggio pianistico qualitativamente altissimo; sulla stessa falsariga è anche la successiva “Light”, più ansiosa nel ritmo e nell’attitudine, di carattere e spessore, dove piano e violino dialogano armoniosamente. “The Calm Before” è un affresco quasi ambient delizioso e riflessivo, dove i musicisti di cui si è attorniata Ackroyd per questo disco (tra cui Manu Delago, Mike Lesirge e Jo Quail) splendono come non mai, e la title-track “Resolve” ne è il naturale ampliamento. Alla tecnica pianistica eccellente si uniscono le grandiose capacità e il buon gusto nel manipolare digitalmente i suoni (e a tal proposito si vedano affreschi spaziali come “Quail”, “Time” e la bellissima “Trails”), all’interno di una linea stilistica pienamente riconducibile alla classica contemporanea e a tutto quell’enorme calderone che è la musica sperimentale. Ackroyd ne diventa, a questo punto, una delle/degli interpreti più interessanti e originali.

Il disco non rinnega mai questa doppia volontà di identificarsi da un lato come un nuovo sentiero all’interno della moltitudine delle strade che la classica sperimentale offre, e dall’altro come un insieme di pezzi melodici, canticchiabili ed estremamente versatili, quasi da soundtrack di film. “The Dream” esplora questo lato dolce e sentimentale, a tratti onirico, come il titolo del pezzo suggerisce, mentre “Luna” e “Stems” riescono a legare atmosfere ambient a cavalcate melodiche ispiratissime e sensazionali. In definitiva, questo debutto conferma tutte le speranze e le impressioni che i primi mini-album di Ackroyd avevano fatto presentire, e inserisce la compositrice in una linea stilistica e di genere che la vede già come uno dei profili più esaltanti. (Samuele Conficoni)