MOLECULAR "Warmest regards"
(2017 )
L'improvvisazione è solitamente un campo affrontato dai jazzisti, al massimo da chi sceglie l'ambient. E se si cimentassero dei musicisti che bazzicano nell'indie hardcore, nel post punk, nel post rock e in generale in tutti i post post? Pete Simonelli, poeta e frontman degli Enablers, assieme a Alex Kizys, ex bassista degli Swans, e ad elementi degli And The Wiremen, formano una sorta di supergruppo punk, e lo chiamano Molecular. L'album "Warmest regards" (uscito per Hiddenseer Records) è una raccolta di sette, chiamiamole situazioni musicali, registrate dal vivo al New River Studios di Londra. Non ci sono strutture base, canovacci sui quali eseguire un assolo. Tutto parte dal silenzio, sul quale gli strumenti vengono percossi, strofinati, pizzicati seguendo l'istinto in maniera estemporanea. Non ci sono neanche notazioni di tempo, se non stabilite di volta in volta da qualcuno, il quale può anche non essere seguito dagli altri; però i musicisti si ascoltano fra loro, cercando comunque di instaurare un dialogo, che per quanto casuale diventa una forma comunicativa ancestrale, come un grammelot musicale anziché verbale. Da menzionare a tal proposito "Late August", dove chitarra e violino iniziano a miagolare tra loro. Il violino è lo strumento che segue un andamento più melodico rispetto agli altri, ma comunque non raggiunge mai la fine di una frase compiuta. La chitarra elettrica e il basso invece vanno direttamente al noise. Su questa alea punk, Simonelli declama parole non prevedibili, spesso anche colorite, con esiti a volte comici (come al termine di "Center st. monologue", dove si avverte qualcuno del pubblico che scoppia a ridere), a volte drammatici, con parole rabbiose e con una certa verve teatrale. La registrazione invoglia ad andare a vedere i Molecular dal vivo, per vedere cosa combinano sul palco. (Gilberto Ongaro)