recensioni dischi
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KORTO  "Korto"
   (2017 )

Sono assolutamente devastanti i cinque minuti di “Hot Rock”, brano di apertura del debutto su album del trio francese Korto, segnalatosi per un interessante split con i Don Glow sul finire del 2016 ed ora all’esordio lungo su etichetta Six Tonnes De Chair con queste sette tracce aggressive ed incalzanti. Sospesi tra psichedelia vintage ed uno stoner-rock ben congegnato, Clément Baltassat, Marius Mermet e Léo Moriaud rileggono stilemi canonici in fogge personali, dagli otto minuti della conclusiva “Oi”, che gigioneggia su toni math e suggestioni post, ad una “Track 2” in cui inizia a delinearsi più compiutamente la direzione vera e propria della band; le voci rimangono spesso nascoste dietro paraventi di suoni dilatati come nella migliore tradizione psych, ingoiate da vortici di elettricità assordanti (la coda free di “Fresque”, quasi dei Lynyrd Skynyrd stravolti), sommerse sotto la coltre di bizzarrie hippie o soffocate in ruvide parentesi hard-blues (“A40”). Convincenti sia nell’interpretare i crismi canonici di genere, sia nelle divagazioni più azzardate, pennellano indifferentemente una “Denzzzl” costruita come un boogie stonesiano capace di infilarsi in un cunicolo da Uncle Acid, ed una “Dollonde” che altro non è se non un’aria strafatta memore di una qualche summer of love dei tempi che furono. Disco largamente incentrato sulle dinamiche, “Korto” eleva la ritmica, spinta ed incalzante, a tratto distintivo, privilegiando la violenza acida del groove rispetto allo sviluppo di particolari trame o di armonie che si distacchino dal canovaccio portante: comunque interessante, sberla ben assestata. (Manuel Maverna)