PAULINE ANNA STROM "Trans-millenia music"
(2017 )
Quella di Pauline Anna Strom – nata da famiglia Cattolica del sud degli Stati Uniti, non vedente dalla nascita a causa di un parto prematuro - è una vicenda dai risvolti umani sotto molti aspetti inscindibile dal suo intermittente e singolare percorso musicale. Cresciuta fra la Louisiana ed il Kentucky, per sua stessa definizione in gioventù “a loner and heretic”, trasferitasi in seguito col marito a San Francisco e stimolata dalla vitalità artistica della Bay Area, si immerse tra le pareti domestiche in un piccolo mondo privato fatto di tre sintetizzatori ed un registratore a quattro piste, profondamente segnata dalla musica cosmica di Klaus Schulze e dalle intuizioni avant di Brian Eno.
Inafferrabile ed in perpetua deriva, la trascendenza che irradia dalle tredici tracce (più due bonus-track) raccolte in “Trans-Millenia Music” - provenienti dai tre vinili ufficiali pubblicati e dalle quattro autoproduzioni edite su cassetta nell’arco del breve periodo compreso fra il 1982 ed il 1988, un corpus di composizioni che ha corso il rischio di eclissarsi nei meandri dell’oblio, salvato dalla scomparsa grazie alla prestigiosa etichetta americana RVNG Intl. - è suggestivamente tangibile nell’onirica densità di tessiture figlie della new-age (“Freedom At The 45th Floor”), bolle di suoni cangianti e pulsazioni liquide (“In Flight Suspension”), avvolgenti mantra circolari (“Virgin Ice”), spirali orientaleggianti (“Bonsai Terrace”), vagiti di psichedelia elettronica.
La peculiare cosmogonia muta di Pauline è agitata e percorsa da una miriade di microfratture, fenditure, linee armoniche espanse, fremiti che si intersecano, sovrapposizioni, battiti, fughe (“Mushroom Trip”): indugiando su un alone di tetraggine sui generis misterica ed incombente (“Warriors Of The Sun”) o su forme indefinite di trance ambientale (“Spatial Spectre”), i brani assumono camaleontiche sembianze di un passato ancestrale rivestito da un mesmerico flusso di toni bassi e gravi.
In un soundtrack privo di immagini coesistono la furia degli elementi ed il retaggio di memorie arcaiche, un ipnotico paganesimo 2.0 intriso di una profondissima spiritualità panteistica e di una ricerca colta che travalica i limiti del suono in nome di uno scavo filosofico e misticheggiante prevalente sulla forma; ma quando rilascia la tensione accumulata, la garbata riflessività di Pauline tocca anche purissimi vertici di ammaliante introspezione nelle figure melodiose e rilassate di “Rain On Ancient Quays”, tremante aria per pianoforte, scrosci di pioggia ed echi di temporali, nello sfuggente arzigogolo in minore di “Morning Splendor” o nei tenui arabeschi di “The Unveiling” e “Gossamer Silk”.
Più che documento storico, “Trans-Millenia Music” è una cornucopia di stati mentali senza età, testimonianza quantomai vivida di una musica che non può perdere attualità proprio perché atemporale e ben lontana dall’autocelebrarsi. Una musica che ha attraversato indenne i decenni ed è riemersa viva come non mai dai recessi del limbo in cui giaceva relegata.
Pauline Anna Strom oggi vive a San Francisco con la sua iguana Little Solstice.
Continua a comporre, programmare sintetizzatori, mixare tracce, registrare materiale.
Preferisce comunque farlo al buio. Come sempre. (Manuel Maverna)