SLAVI BRAVISSIME PERSONE "Slavi Bravissime Persone"
(2017 )
Sono dell’idea che chi persegue un modus operandi che si distacchi dal coro meriti, se non altro, un attestato di stima che esuli dal gradimento o meno del prodotto. Ecco, gli Slavi Bravissime Persone ci sono riusciti con l’omonimo debutto: 9 brani ricchi di sfaccettature sonore, in un carosello di insoliti strumenti (basso tuba, bombardini, trombone) e capaci di alimentare un valido spirito godibile e scanzonato che diverte non poco l’orecchio. Arie spaesate e zingaresche fanno da cornice ad un’alchimia ben orchestrata dal quintetto di stimate provenienze (Nobraino, Duo Bucolico, tra l’altro) e riaffermano, a pieni voti, la volontà di distanziare il più possibile panorami mainstream. Il preludio di tutto è “Dobermann”: sincopato di tromba con aliti balcanici ad inseguire la surreale narrazione di un’entità immaginifica. In “Spermatozoi” spicca lo spirito gitano del combo che, a metà strada, con un’efficace assolo chitarristico e miscela di voci proclamanti, staccano la ritmica intrapresa. Con un paio di valzer gli Slavi si giocano la parentesi strumentale: “Valzer del Presidente” e la finale “Dolore”, il primo con richiami romagnoli riformulati per l’occasione, l’altro, con rilettura iberico-europeista, si avvale di un’ottima chitarra acustica ad evocare grandi echi di Andres Segovia. Occhio alle spine della “Rosa” che pungono con scanzonata irriverenza e che farebbero gola a Cochi e Renato per l’insita ilarità del refrain. Dentro al “Palazzetto dello sport” alligna agonismo dissacrante e sarcastico come loro costume e lo cantano con ironico accento sovietico e ritorno a spiriti balcanici. Irridono, senza scorciatoie, chiunque gli càpiti a tiro: prendono di mira “Il rampollo singhiozzante” con spessore ludico e nevrotico ma assai tagliente verso quei bamboccioni, affetti da sindrome di Peter Pan. Sorprende molto “Balcangianni” per i virtuosismi a go-go e per la folle corsa di intrecci strumentistici, che denotano la smisurata tecnica del quintetto. A ragion veduta, gli Slavi Bravissime Persone (al pari di Elio e le Storie Tese) incarnano sì l’aria svagata e guascona ma, sotto-sotto, fomentano fior di musicisti in grado di manifatturare tessuti pentagrammati di marca ed offrire variegati scampoli sonori con orli cuciti su misura, per una passerella godereccia e burlona, che non dia la logora sensazione del convenzionale e del già proposto. E’ questa l’impresa compiuta dalla band: spiazzarti nel momento di essere convinti di non aspettarsi, ormai, quasi nulla di nuovo. E invece… (Max Casali)