recensioni dischi
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ALEXIA  "Quell’altra"
   (2017 )

Per celebrare vent’anni d’onorata carriera, Alexia allestisce una vetrina di grandi firme nel suo 13° store musicale, con dieci reparti che rinverdiscono non poco ottanta stagioni trascorse tra successi, piazzamenti d’onore, prestigiosi riconoscimenti, brevi eclissi e pronte risalite. Poco male: a lei sono servite anche quest’ultime fasi per maturare quel desiderio introspettivo di re-settarsi al traguardo del mezzo secolo di vita e sviscerare l’anima nei lati nascosti, per estrapolare e riscoprire quella parte di sé che non le era congeniale ed ora è accettata a tutto tondo, come si evince dall’analisi della title-track. L’inaugurazione è affidata a “Beata gioventù”, brillante pop danzereccio, fitto di ottime soluzioni con un refrain che è un inno alla vita, valido per tutte le età. Il singolo “Fragile fermo immagine” è stato sùbito rapito dalle radio per l’intensa emotività che sprigiona questa ballad elegantissima. In “Tu salvami ancora” c’è la griffe di Zibba e si regge su un bel giro di tastiere galoppanti. Come si diceva all’inizio, le grandi firme esposte mettono i brividi: Mario Lavezzi, oltre alla produzione artistica, firma insieme a Mogol “Innamorati come mai” che trapela di modernità per rinfrescare, senza retorica, il tema dell’amore. Presenziano il sesto reparto di “E non mi lasciare” le sei mani di Lavezzi, Chiodo e Bungaro per un pezzo che anela e crede nei sentimenti duraturi, quelli che sostengono un rapporto di coppia nonostante le mille traversie che incrocia. Mentre, per “Occhi dentro gli occhi”, Alexia si avvale di noti artisti svedesi per formulare un episodio sincopato e saltellante, su versanti forse insoliti per l’artista ma decisamente interessanti. Difficile immaginare Alexia senza un respiro di euro-dance, ossia quello stile che le diede notorietà internazionale: non è un caso che “La cura per me” venga proposta, in chiusura, anche in english version (“The good in your bag”). In sostanza, abbiamo (ri)scoperto “Quell’altra” Alessia Aquilani che non si palesava e che ci ha parlato di coraggio, di reazione, di occhi seducenti che lasciano il segno, di quei stati d’animo autentici, che ci salvano nel perdurare del tempo; quelli che sanno rimetterti in gioco con nuovo spirito propositivo. Tuttavia, le dieci tracce hanno dimostrato la stratificata raffinatezza che alimenta il progetto; e non dimentichiamo che siamo di fronte ad una gran bella voce che nel 2003 sbancò Sanremo. E quindi ”Per dire di no” ad un album cosi, ce ne vuole di coraggio… (Max Casali)