recensioni dischi
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LUCIO DALLA  "Dallamericaruso"
   (1986 )

Il precedente album "Bugie" aveva sfidato il mondo musicale tricolore, uscito com'era nel periodo solitamente immacolato del "pre-Sanremo". Ovviamente le vendite avevano dato ragione a questo artista da sempre controcorrente. Non contento, l'anno dopo tornò a rimettere tutto in discussione affrontando l'America (notoriamente nazionalista al 100%) senza modificare una virgola ne' tradurre un sospiro. Ma tant'è, non riuscì a fallire nemmeno questa volta, e l'album testimonianza della sfida è questo "Dallamericaruso". Titolo palesemente incasinato (e notevolmente difficile da ricordare, almeno all'inizio) ma quanto mai esaustivo dell'opera: "Dalla" per il cognome dell'artista, "Dallamerica" perchè, appunto, ricavato dalla tourneè a stelle e striscie, e "Caruso" perchè quello fu l'unico inedito inserito nel disco. Inutile ricordare come questa divenne la canzone più celebre in assoluto del cantautore bolognese, non solo in Italia ma in tutto il mondo, con nove milioni di copie vendute in decine di versioni (una delle quali a cura dell'immancabile Pavarotti). Composta in estate nell'albergo di Sorrento dove il tenore Enrico Caruso trascorse i suoi ultimi giorni, il brano è una rivisitazione straziante del tema "Te voglio bene assaie" di Donizetti in chiave melodico-napoletana. Gli altri brani live, che documentano un concerto al Village Gate di New York, tracciano la storia di un autentico numero uno: "Balla balla ballerino", "Anna e Marco", "4.3.1943", "Futura", "Stella di mare", "L'anno che verrà"... Può bastare? (Andrea Rossi)