recensioni dischi
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JASON GRIER  "Demonstration disc"
   (2017 )

Al confine tra scherzo, provocazione, cervellotico elitarismo ed un pizzico di altezzosa presunzione, il californiano Jason Grier, figura non derubricabile al semplice rango di musicista, è da sempre artista alquanto singolare: teorico, sperimentatore, tecnico del suono e sviluppatore di software (il Seurat MIDI, impiegato nella realizzazione dell’album, è di sua ideazione e creazione), pubblica per Human Ear Music, etichetta di sua proprietà fondata nel 2006, “Demonstration Disc”, quarto capitolo di una discografia sempre improntata a pulsioni avanguardistiche. Di fatto, si tratta di una complessa operazione di cut’n’paste maturata e realizzata in circa quattro anni di lavoro e culminante nell’assemblaggio maniacale di oltre 1800 sample audio, autentica sound library nella definizione dello stesso Grier. Le dieci tracce – semplicemente numerate da 1 a 10 senza altri titoli – procedono disturbanti fra campane tibetane, rigurgiti industrial, campioni d’archi e scariche di rumore bianco à la Tim Hecker, principale pietra di paragone per comprendere almeno in parte questa non-musica raggelante e meramente concettuale. Fatte salve sporadiche incursioni in territori più accessibili ai non eletti, Grier imbastisce una sinfonia per soli suoni – più o meno ambientali - ed interferenze in un pastiche stordente che mira alla trascendenza, forse a sondare il limite ultimo del fastidio mentre cela insondabili scenari metafisici. (Manuel Maverna)