recensioni dischi
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ORAZIO SARACINO  "IncontroTempo suite"
   (2017 )

Opera prima per Orazio Saracino, preparatissimo musicista pugliese che, con “IncontroTempo Suite”, ha concentrato il meglio del suo talento per offrire un lavoro che suscita magnetismo, in quanto racchiude suggestione, eleganza ed è colmo di sfumature stilistiche, nonché variegate nella sua successione. Viene da pensare ad un album ambizioso: può darsi, ma non tanto nell’inesistente spocchia dell’artista quanto, semmai, dal punto di vista realizzativo, cosi ricco di aspetti cultural-musicali e danze mondiali, delle quali si consiglia di farne tesoro per ampliare le conoscenze. Troviamo brani per solo piano come “Pizzicapiano” e “La danza”, o come la stesura jazz dello zortziko basco del titolo iniziale, o il profumo di ritmo carioca de “La ballata della moka”. Non solo 6 inediti ma perfino 3 re-styling: di etnie del Salento (“Fimmine fimmine”), con la toccante voce narrante di Fabiana Aniello accarezzata da tocchi delicati di raffinati strumenti carezzevoli, ma anche di rilettura tribal-jazz, della celebre “Unsquare dance”, all’origine firmata da Dave Brubeck, ed infine la succitata Rossiniana “La danza”. L’album ha insito un suo valore particolare per le ardite sortite, anche in stile puramente cantautorale, della conclusiva “Punta palascia” e di “Musette”, con l’ugola soave di Giulia Barozzi a far binomio con una fisarmonica dal tocco umile e rispettoso. Orazio Saraceno è talmente preparato che il suo è un pentagramma stellato, con una cascata di note raffinate e vibratamente chic. Ci fornisce l’arte in modalità virtuosa ma non saccente, elegante ma non snob, e riesce a magnetizzare l’orecchio su scenari di puro incanto, anche per chi non si nutre, solitamente, di queste specialità. Occorre, quindi, assimilare quest’opera col giusto approccio e con timpani disposti a vibrare in forma nuova, quasi spiazzante, i cui rintocchi portano a intraprendere una discesa sicura: quella dell’anima, con la certezza di tornarci ogni qualvolta si torni ad attingere dalla pinacoteca di “IncontroTempo Suite”, che espone quadretti sonori di un gallerista dotto e qualificato quale è Orazio Saracino. (Max Casali)