recensioni dischi
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JON HASSELL  "Dream theory in Malaya: Fourth world, volume two"
   (2017 )

“Dream Theory In Malaya: Fourth World, Volume Two” è il nome di uno dei più importanti lavori di Jon Hassell. Originariamente pubblicato nel 1981 come prosieguo del percorso avviato un anno prima con “Possible Musics”, realizzato in compagnia di Brian Eno, il disco viene ristampato al tramonto del 2017 e impreziosito da una traccia bonus. Nessuna grossa novità, dunque, per un album che già trentasei anni fa venne accolto positivamente dalla stampa specializzata. ”Dream Theory In Malaya: Fourth World, Volume Two” è la rappresentazione del percorso di formazione di Jon Hassell, che dopo aver studiato tromba al conservatorio ha sviluppato un approccio unico allo strumento, oltre a essersi in seguito avvicinato all’elettronica e ad uno stile minimale. Le sonorità elettroniche interessano tutta l’opener “Chor Moirè”, mentre “Courage” complica il discorso con l’aggiunta di percussioni tribaleggianti, soluzione che scompare nel brano successivo, e così è anche per la titletrack, caratterizzata invece da un fluire ipnotico come “Datu Binton At Jelong”, a tratti anche ridondante. “Malay” sceglie un’architettura sghemba, mentre “These Times…” è essenziale e sfuma lentamente. Pacati e quasi impalpabili i suoni in “Gift Of Fire”, anch’essa figlia di uno schema ripetuto per tutta la durata del pezzo. La bonus track, ovvero la novità rispetto alla prima stampa, è un pezzo piuttosto scuro, dove l’elettronica sembra evocare rumori di raffiche di vento su una spiaggia, incarnando lo stile di un disco che è piacevole ascoltare anche a quasi quattro decadi di distanza dalla primissima pubblicazione. (Piergiuseppe Lippolis)