KEDR LIVANSKIY "Ariadna"
(2017 )
Dietro al moniker Kedr Livanskiy (“Cedro del Libano” in russo) si cela Yana Kedrina, giovane cantante e produttrice russa che ha da pochissimo pubblicato il suo primo full length, prosieguo naturale del breve EP rilasciato l’anno scorso e accolto positivamente dalla critica. L’artista russa incarna perfettamente una tendenza che sembra prendere sempre più piede a quelle latitudini, cioè il desiderio di realizzare qualcosa che risulti fruibile anche dal pubblico occidentale. In questo, Kedr Livanskiy riesce perfettamente nel suo intento: evocare periferie di città industriali post-sovietiche, dipingerle in scala di grigi e immergerle in un’elettronica rigorosamente in lo-fi, costruita proprio grazie a synth analogici risalenti al periodo del crollo del sistema comunista. Il viaggio di Kedr Livanskiy regala parecchie sorprese: se la patina ambient e qualche sporadica concessione pop servono ad addolcire un lavoro che manifesta un importante grado di complessità, “Ariadna” rappresenta l’incontro fra house astratta e sperimentale, hypnagogic pop e ritmiche techno. Fra i passaggi più a fuoco è doveroso citare “Your Name”, sospesa fra atmosfere plumbee e vagamente oniriche e segnata da un’ossatura techno, “ACDC”, realizzata con la collaborazione di Martin Newell dei Cleaners From Venus e caratterizzata da tracce di breakbeat, ma anche “Za Oknom Vesna”, le cui velleità outsider house raccontano ancora molto della grande sensibilità dell’artista. Kedr Livanskiy riparte con un altro lavoro di spessore che sembra preludere a un futuro molto roseo. (Piergiuseppe Lippolis)