recensioni dischi
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PREDARUBIA  "Somewhere boulevard"
   (2017 )

I Predarubia sono estrattori del rock più verace, fermamente convinti che le canzoni del genere in questione possano dar vita ad una svolta all’intero globo. Non è assolutamente una malsana idea (come ammettono umilmente loro stessi) ma semmai perseguire questo dogma li spinge ad attingere sempre nuove energie e lanciare nell’etere qualcosa di vigoroso che possa far rifiorire le incalcolabili anime flaccide e rassegnate che ci consegna l’epoca odierna. Un bravo, quindi, ai Predarubia che con l’esordio “Somewhere Boulevard” schierano in campo 11 attaccanti grintosi, tanto per ricordarci che il rock è granitico, immortale ed ancora saldamente al comando tra le preferenze mondiali. Con “Not in my name” tentano, inizialmente, di fuorviarci con un basso oscuro che apre però presto alle note forti per chiarire sùbito di che pasta sono fatti. La batteria percussiva di “Carousel off” ha, invece, spinte intenzionali su praterie sonore di buon impatto, con la guitar che non risparmia energie. Nel singolo “RIP” è come se Springsteen innestasse la quarta con accentuata ruvidità e con una bella prerogativa: il desiderio di essere in vita ma anche l’insopportabilità delle bufale che corrono sul Web con tanto di finti cordogli. L’ombra di Bruce si potrà ritrovare frequentemente nella vocalità di Giuseppe Pocai, che richiama anche quella di Filippo De Paoli dei Plan De Fuga. Lo spazio per le ballads è riservato a “Yesterday”, dalle tinte agro-dolci, e “The waiting song”, sanguigna e delicata. E’ ora di un “Intermezzo”, grazie alle chitarre che dominano la stesura del pezzo con giri secchi accentuati ed assoli di grande stampo rock. Ottima la trovata di “One day”, che ammicca al blues camuffando e mescolando riffs chitarristici anni ’80, mentre “In the distance” è la chiusura galoppante dell’album che scatena fantasie di scenari immaginifici in modalità Boss. I Predarubia superano bene la prova del debutto in quanto “Somewhere Boulevard” riassume degnamente la lezioni assimilate dagli ascolti dei grandi nomi, e la band le ha suonate con gusto e tecnica all’altezza della situazione. Se le vie del rock sono infinite, al bivio i Predarubia han saputo imboccare la strada giusta. (Max Casali)