recensioni dischi
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C'ESCO E I MUSICANTI DI BRAHMA  "Mutazione - Profondità in superficie"
   (2017 )

Si dice che le migliori canzoni nascano, spesso, nei momenti di solitudine e malinconia. Invece, cosa succede se un artista, d’improvviso, ha la consapevolezza di starsene adagiato su comode certezze, sentendosi in una gabbia, costruita da erosiva routine che lo zavorra ad una vita statica? Succede che possano vedere la luce dischi stimolanti ed avvolgenti come “Mutazione – Profondità in superfice” di C’esco e i Musicanti di Brahma, progetto lombardo voluto fortemente da FranC’esco Bertoletti che ha richiamato, per l’occasione, un settebello di musicisti di varia estrazione stilistica come Matteo dell’Oro, Emanuele Panzeri ed altri, riuscendo ad amalgamare rock, folk, blues ed etno con risultati lodevoli. Il disco si presenta con “Macchia di rosa”, con un’intro stratificata grazie al didgeridoo e ad un’effettistica da brivido, sferzata balcanica e sfuriata rock, ideale per sputare rabbia, mentre “La forza” C’esco la dimostra pennellando, su quest’altro brano, archi e chitarre dialoganti tra loro. “Timore d’amore” segue la bella linea intrapresa dai violini fin qui gustati, affidandogli la scia di un finale emozionante. Si estrania, però, dall’invettiva con la ballad malinconica di “Orbitante”. Anche se le 9 tracce dell’opera non seguono un filo conduttore, il trait-d’union di C’esco è senz’altro la scrittura, partorita in vari periodi di vita ma col comune denominatore dei grandi temi del circondario umano. Inoltre, il protagonista semina una gran voglia di “Mutazione” con fragori di archi in apertura, d’ispirazione Wonder Stuff e narrazione dinamica in stile combact-rock. Segue “Pagante spettatore”: clima orientale che veleggia con speakeraggio radiofonico e proclami politici grazie ad una struttura sintomatica della grande ricerca sonora perseguita dall’artista. Interessante è “Semplicemente vivi”, in aria west-coast ma condita con rock verace e poco dozzinale. La contemplazione finale è assai profonda e ci lascia “Un discorso sospeso” in assenza di batteria. Teniamo presente che “Mutazione - Profondità in superfice” è solo il debutto per C’esco e Musicanti, e si avverte come si sia incentrato il massimo impegno e rigore nello stanare qualcosa che appagasse nel risveglio spirituale, con sostanziali sterzate concettuali per dare molto più sole e sale alle dinamiche quotidiane. E’ chiarissimo che l'artita ci ha gridato a chiare lettere: “Io, da questa vita… C’esco”. (Max Casali)