recensioni dischi
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ECHOTIME  "Side"
   (2017 )

“Side” è il titolo del nuovo lavoro degli Echotime, formazione urbinate che aveva esordito quattro anni fa con “Genuine”, disco che aveva raccolto diversi consensi dalla stampa specializzata. Il genere di riferimento è un progressive al confine fra rock e metal dichiaratamente influenzato da band come i Dream Theater, i Kamelot, i Symphony X, i Queensrÿche e i Pain Of Salvation. Rischia di essere percepito di primo acchito come un lavoro pretenzioso, data la lunghissima tracklist, ma la realtà è che, fra i diciotto brani, sono presenti dei brevi intermezzi che servono a rendere più fluida la narrazione della storia di Lily, costretta in un mondo afflitto da diversi problemi. Musica e parlato si uniscono per creare un concept che coniuga ricerca musicale e scrittura di qualità. Dopo l’intro ad effetto basata sugli archi, “Side” si schiude con il prog moderno e raffinato di “Mr. Valentine”, un pezzo cangiante ma caratterizzato da un poderoso drumming e un pianoforte sugli scudi. I ritmi sono elevati e le atmosfere si fanno elettriche e a tinte fosche con le ottime “Sickness” e “Mr. Lightouse”, capaci di evidenziare subito le ottime capacità compositive della band. La scurissima “The Orphanage” cresce lentamente sino a costruire un suono pieno e avvolgente dai tratti solenni, mentre “The River” rallenta e, seppur con un suono muscolare, assume i connotati di una ballad prima della splendida “Stream Of Life” e della sorprendente “Freakshow (The)”, che si allontana un po’ dagli schemi rigidamente seguiti nel corso di tutta l’opera senza mai stridere con il contesto. “Side” è la conferma del grande talento degli Echotime, band dal presente e dal futuro davvero parecchio roseo. La speranza è che, anche in patria, possano godere dell’attenzione che meriterebbero, data l’alta qualità della proposta. (Piergiuseppe Lippolis)