MOODRING "Cottage mess"
(2017 )
Irrequieto, spettrale a tratti, misterico e vagamente astratto, “Cottage Mess” ripresenta su etichetta Silber Records i Moodring, collettivo avant di Portland, Oregon, per l’occasione in formazione a tre. Ad otto anni di distanza dall’esordio di “Scarred Of Ferret”, il nuovo lavoro li mostra in stato di grazia, alle prese con le abituali divagazioni artsy dipanate in temi ossessivi e reiterazioni talvolta prossime al minimalismo. Al crocevia tra suggestioni jazz (“Pete In A Cage”) ed elettronica non allineata, il trio formato da Mae Starr (voce, tastiere, sample), Monte Trent Allen (basso) e Jesse Stevens (flauto e batteria) offre otto tracce in prevalenza strumentali segnate sì da molteplici variazioni stilistiche, ma accomunate dall’insistita ricerca di forme espressive oltre confini di genere e rigidità prefabbricate. Tra Art Of Noise e Soft Grid – per dirne due fra mille -, “Cottage Mess” si fonda largamente sull’improvvisazione, sebbene l’approccio aperto, dilatato e psichedelico si colga solo in parte. Sono ipnotici e stranianti i sette minuti dell’iniziale “Of Metal And Burning”, flirta col jazz l’intrico di pianoforte e basso di una “Snow Shadow” rarefatta, notturna, sospesa in una terra di nessuno; gioca con l’ambient il synth di “Become The Pillow”, scherza con l’impro “There Is No Last Word”, stravolge le consuetudini etno la percussiva aria esotica di “Loose Meat”. Il trio è capace di tutto, anche di lambire il dream-pop nella spiazzante “Nobel Iron”, con vocalizzi estatici e sensuali e l’onnipresente pulsare del basso sullo sfondo. La malia del brano è volutamente (inter)rotta dall’impiego di volumi cangianti che portano in primo piano la voce di Mae, dapprima melodiosa, poi disturbante, in una culla fatta di trip-hop à la Portishead e di bizzarrie apolidi à la Koop. Le stesse bizzarrie che materializzano il flauto andino (sic!) della conclusiva “Thuja”, leit-motiv ubriacante con inciso che dilaga in un altrove imprecisato. Disco sontuoso che fa dell’esplorazione sonora multiforme la propria ragion d’essere, “Cottage Mess” è un’insondabile incursione in territori di indefinibile fascino, percorso ondivago - mai impervio - tra nicchie vergini ed angoli bui. (Manuel Maverna)