recensioni dischi
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XORDOX  "Neospection"
   (2017 )

Nasce un nuovo alter ego di J.G. Thirlwell, noto ai più per il suo progetto Foetus. Dopo una decina di altri progetti, essersi sganciato dalla no wave ed aver contribuito allo sviluppo del filone industrial, nasce Xordox, un'entità musicale che attinge come sonorità dalle colonne sonore della più nota fantascienza. L'album "Neospection" presenta ambientazioni elettroniche completamente dominate dai sintetizzatori, e ne esce una personalità che può inserirsi a metà tra le distese sonore di Vangelis, e le ambientazioni di Polmo Polpo, con una scelta cinematica e gusto per l'enfatizzazione delle situazioni ad alta tensione. "Diamonds" apre l'album con un incipit stellare, fatto di suoni scintillanti sostenuti da un synth bass. "Antidote" ha un loop di pad oscuri da atmosfera cyberpunk, che termina con un vento tridimensionale che ci trascina nel terzo brano, "Corridor", dove il tema è affidato ad un synth brass accompagnato da arpeggi accelerati, ma poi il pezzo si ferma lasciando spazio a lunghi drones elettronici colmi di pathos. La melodia di "Pink Eye" è invece più minacciosa ed affidata a un suono più acido, mentre sullo sfondo si dipanano suoni di tastiera simili a quello dei bicchieri di vetro. "Alta velocidad", come suggerisce il titolo, presenta un arpeggiatore impostato a velocità folle, sul quale arpeggio si giocano vari esperimenti ed effetti, modificando ampiezza e timbro del suono. Il loop inizialmente sembra uno di quelli che piaceva creare a Kayo quand'era nei Polysics, però qui il clima è tutt'altro che 8bit pop: suoni avvolgenti di cupi strings accompagnano la corsa dell'arpeggiatore che non si arresta mai. "Sheep delta" prosegue con la velocità unita all'ambient dei primi pezzi, e a suoni presi in prestito dall'Lp "Radio-Activity" dei Kraftwerk. In questo brano si costituiscono delle micro zone diverse, con dei micro temi differenti. "Destination: infinity" naviga ancora in questi arpeggi in tonalità minore mentre un vocoder robotico pronuncia a ripetizione il titolo, e il suono viene elaborato nel corso del pezzo. Ed infine c'è il lungo trip "Asteroid dust", una serie di visioni sonore, che inizia con strings statici che eseguono sequenze di accordi tutti rigorosamente minori, mentre rumori di navicelle spaziali viaggiano da destra a sinistra. Si avvertono onde che non si capisce siano venti o acqua, l'interpretazione è lasciata libera all'ascoltatore. Ci sono anche i giochi di chitarra di Sarah Lipstate aka Noveller, artista che ha già collaborato con Thirlwell in Foetus e Manorexia. Protagonista è sempre il suono di synth, che ci ha fatto compagnia per tutto l'album, e che nelle sue varie trasformazioni alterna fasi leggere e sospese ad altre adrenaliniche e colme di frequenze basse. Sopra si stagliano sempre armonie dall'aria misteriosa. A tre quarti del viaggio l'onnipresente suono principale ci lascia a tutte le varie trasformazioni della materia su un arpeggio, fino a disperdersi. Si avverte un indugio, certamente compiaciuto, nel lasciare andare a lungo gli arpeggiatori, tanto che alcune tracce sembrano sessioni di elettronica live. E resta quindi la curiosità di vedere Xordox in atto dal vivo, con le potenzialità di un artista così versatile. (Gilberto Ongaro)