PHONOPHANI "Animal imagination"
(2017 )
Phonophani è il nome d’arte di Esper Sommer Eide, artista norvegese da poco tornato con “Animal Imagination” a quasi vent’anni dal disco di debutto e a sette dall’ultimo lavoro solista. Il proposito, stando alle parole di Esper, era quello di “creare musica come un cane”: confessa, infatti, di non aver ragionato sulla creazione di un sound particolare né di aver composto, ma soltanto di aver sentito il sangue e il cuore pulsare nelle orecchie. Esper Sommer Eide è riuscito a sviluppare un suo alfabeto e poi una sua lingua, lavorando prima alla propria strumentazione e poi alla produzione di un’elettronica ambientale piena di effetti che possa suonare retrò e che riesca a riportare alla mente chi questo genere l’ha creato, ma non mancano nemmeno riferimenti alla musica concreta. Fra i brani migliori del lotto, è doveroso citare “Sunrise At Bear’s Island”, il cui discorso sembrerebbe pure fluido nella sua linearità, ma rivela, dopo più di un ascolto alcuni elementi nel sottotesto che raccontano di un certo tipo di ambientazione, e anche “Untime Me”, nel suo lento e avvolgente crescendo, frutto della sovrapposizione di diversi livelli, prima del suo sfumare in coda. “Animal Imagination” è un lavoro molto ambizioso e denso di significati. A causa della sua complessità, non è adatto a chiunque sia lontano dal mondo dell’elettronica sperimentale, ma il risultato raggiunto è positivo grazie alla grande capacità compositiva mostrata e a tutti i ricami sullo sfondo, nonostante a volte rischino di sfuggire. (Piergiuseppe Lippolis)