EKAT BORK "Yasdyes"
(2017 )
Suoni magnetici ed ammalianti dalla prima alla quattordicesima traccia (annessa Bonus Track), il tutto disponibile sui principali digital stores: questo è ''Yasdyes'' di Ekat Bork.
Si parte, come ovvio che sia, dal primo brano "FEAR": una marcia inarrestabile caratterizzata da suoni prettamente creepy e appuntiti, ma "caldi" allo stesso tempo; con parole chiare e facilmente percepibili in contrasto con la varietà di suoni di sottofondo sovrapposti, i quali suscitano un "caos musicale" sicuramente ricercato dall'artista.
Paradossi e contrasti che indubbiamente invogliano l'ascoltatore ad inoltrarsi alla scoperta di ciò che ancora riserva l'album.
La mia attenzione viene particolarmente catturata dalla quarta traccia "When I Was": linea di voce iniziale limpida e più potente, che simula quasi un urlo di ribellione e disperazione alternati fra loro per poi evolversi più tardi in un mix di suoni più sognanti e pacati. Miscela più tranquilla, volutamente inserita per esser sfruttata come momento di riflessione.
Nonostante ci sia un denominatore comune per tutte le tracce dell'album, ovvero queste sonorità ambient stregate ed ipnotiche, vi è una traccia, "Red Sektor", decisamente più commerciale e vicina ad un pubblico medio.
Piccolo ammiccamento o semplicemente un altro lato della protagonista? Non è dato saperlo, ma sicuramente rende l'album più apprezzabile anche da persone che non bazzicano il genere electronic / alternative: mossa eccezionale.
(Serena Mele)