recensioni dischi
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FERBEGY?  "Roundabout"
   (2017 )

Quartetto originario di Bolzano, già segnalatosi sia per una intensa attività live sia per l’interessante debutto di “Soul Echoes” (2014), i Ferbegy? – l’ottima vocalist e multistrumentista Anna Mongelli, Dario Mongelli, Alessandro Damian, Federico Groff - pubblicano su Riff Records le nove tracce di “Roundabout”, viaggio conturbante fra disparate divagazioni in un ampio spettro di tonalità e rimandi. In un susseguirsi rutilante di mutamenti e sorprese, l’album ondeggia non senza brillantezza fra il dilagante pulsare di “Butterfly Lullaby”, synth-pop che si crogiola sul rimbombo del basso tra echi dub e suggestioni 80’s, e il soul truccato di “Empty Streets” - i Police di “Walking on The Moon” -, passando per i tribalismi afro di “Athletic Meditation” (un po’ Meg, un po’ indietronica) fino alla mesta aria decadente di una “How Many Times” scossa da bassi profondi, slide guitar, pianoforte e vocalizzi, quasi una Inner City Blues rifatta dai Portishead. Tra un breve sketch agreste da Kings Of Convenience (“Moth”) e un accenno di dance dei tempi che furono (“They See You Alone”), è in coda che l’album dispiega pienamente – a sopresa – il proprio potenziale creativo, raggiungendo l’apice nel trittico conclusivo: lo schizzo di chitarra classica di “Unter Den Linden”, lo strumentale addirittura post/math (sic!) di “Jewel”, con vocalizzi che ricordano i For Carnation, e la chiusa bucolica-ma-non-troppo di “Forest Ranger”, quasi i Fleetwood Mac resi contemporanei da scherzi, trucchi e sonorità disseminati ad arte in sette minuti e mezzo di pregevole fattura, con una parte centrale di solo drumming ed una coda spettrale per rumori assortiti ed arpeggio sfuggente. Per ora un dubbio mi rimane, quello di non riuscire ad individuare una linea precisa lungo la quale “Roundabout” si sviluppa e si indirizza: spazia ovunque in un disordine variopinto rinunciando ad una messa a fuoco che potrebbe fare dei Ferbegy? qualcosa di più di una semplice band talentuosa e ispirata. Comunque interessanti, futuribili, imprevedibili. (Manuel Maverna)