INARMONICS "A thing of beauty"
(2017 )
“A Thing Of Beauty” è l’album di debutto dei modenesi Inarmonics, subito protagonisti con un lavoro molto influenzato da sonorità anni ottanta e registrato praticamente in presa diretta, ma anche curato negli arrangiamenti e ben lontano dalla definizione di “bassa fedeltà”. Il gruppo spazia fra generi diversi: il punto di partenza è la new wave che fu, ma gli Inarmonics attraversano scenari black fra parentesi prog e digressioni funk, mettendo nel calderone elementi molto diversi fra loro che però non danno mai l’impressione di stridere perché figli di un equilibrio sostanziale e di una cura maniacale per il suono ad opera di Gianluca Gabrielli. Il disco si apre con “Disma”, un pezzo immerso in atmosfere anni ottanta e impreziosito da un cantato dinamico che cede il passo a una coda un po’ concitata. La titletrack, ispirata all’opera di John Keats, è più minimale e cresce lentamente, mentre l’ottima “Funkarabian Scat” ha tutto l’aspetto di una jam session nel suo conciliare attitudine prog e ritmiche funky. L’altro strumentale è “Farabutto”, un pezzo capace di esaltare la sezione ritmica grazie al brillante lavoro svolto dal basso di Giampaolo Simonini e dalla batteria di Manuel Prota. In un periodo in cui il revival degli anni ottanta tende a essere frequente in Italia, gli Inarmonics realizzano qualcosa di realmente autentico, proponendo un disco che non va praticamente mai in affanno. C’è da attendere con curiosità il loro ritorno, perché le premesse sono molto buone. (Piergiuseppe Lippolis)