recensioni dischi
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HERZPARASIT  "ParaKropolis"
   (2017 )

Gli Herzparasit sono un quintetto originario di Monaco di Baviera da poco tornato alla ribalta con “ParaKropolis”, un disco con velleità sperimentali che segna l’incontro di generi apparentemente molto distanti, dalla dubstep a riff metal melodico. La forza di “ParaKropolis” sta, però, anche nella scrittura: si tratta di visioni distopiche di una metropoli i cui abitanti vogliono ricostruire il mondo, in uno scenario post-apocalittico di distruzione, rovine e desolazione, dopo la spirale di odio, paura e violenza che aveva spazzato via l’homo sapiens e tutte le tracce della sua società. Musicalmente, invece, “ParaKropolis” è figlio di numerose influenze. I riff sono solitamente decisi e molto taglienti, svelando la loro attitudine heavy metal, mentre sullo sfondo l’elettronica crea ambientazioni suggestive e atmosfere solenni, spesso corroborate anche dai cori. Gli sprazzi di dubstep determinano, invece, un impatto violento con un sound esplosivo. Dopo i cento secondi introduttivi di “DNA Unbekannt”, “Manege Frei!” incarna già bene lo spirito dell’opera, svelandone l’essenza: dopo un’introduzione con suoni ariosi e scenari spaziali, l’irruzione delle chitarre e di un cantato deciso segna l’inizio di una tensione che, praticamente, non accenna più a sfumare fino alla conclusione. Non mancano momenti in cui l’elemento dubstep è più marcato (“Vatermal” o “Ich”), ma fra i brani migliori sono da menzionare “It Must Be English!”, con le sue trame metal intersecate a brevi passaggi dubstep, e la titletrack, in cui il bilanciamento fra le due componenti risulta più equilibrato. Certamente “ParaKropolis” non è un disco facile e faticherà ad essere amato dai non avvezzi al genere, ma resta comunque un’opera di grande qualità, sul piano tecnico come quello compositivo, impreziosita anche da un’ottima scrittura. (Piergiuseppe Lippolis)